L’esordio sulla lunga distanza degli Imperishable è un concentrato di blackened death metal feroce e diretto, registrato con approccio volutamente analogico, privo di quantizzazione e campionamenti. Una scelta che restituisce tutta la spontaneità e l’impatto della performance dal vivo, richiamando l’attitudine “old school” dei grandi maestri del genere. Le influenze sono dichiarate – da Morbid Angel a Emperor, passando per Angelcorpse, Zyklon e Nile – ma la band evita la semplice emulazione, trovando una sintesi personale tra aggressività e atmosfera.
La tracklist, compatta e senza riempitivi, si sviluppa in poco più di mezz’ora, mantenendo un’intensità costante. “Oath of Disgust” apre l’album con riff incalzanti, blast beat serrati e un assolo tanto tecnico quanto incisivo. “Exclusion Continuum” alterna un’introduzione inquieta a passaggi frenetici e groove centrali dal forte impatto ritmico. La title track, “Revelation in Purity”, unisce tremolo riff di matrice black/thrash a un epilogo in chiave funeral doom, accompagnato da testi di critica alla religione organizzata.
Tra i momenti più significativi spicca “Spewing Retribution”, terzo singolo estratto: un brano fulmineo, con chitarre taglienti e un assolo che fonde l’energia di Dimebag Darrell con le atmosfere di Ihsahn. “Iniquity” rallenta i tempi, proponendo tonalità più cupe, groove sludge e inserti di chitarra pulita che richiamano Morbid Angel e Immolation. “Where Dead Omens Croon” combina ferocia in stile Angelcorpse con sezioni più evocative, arricchite da voce pulita. Infine, “The Enduring Light of Irreverence” chiude con una traccia ampia e progressiva, arricchita da quattro assoli e da un finale solenne che suggella il percorso concettuale verso l’indipendenza spirituale.
La critica specializzata ha accolto il debutto con giudizi positivi, sottolineandone l’equilibrio tra tecnica e impatto emotivo, la coerenza stilistica e l’assenza di orpelli inutili. Qualche osservazione è stata rivolta al mix, ma senza intaccare il valore complessivo di un disco che si impone come debutto convincente, maturo e già in grado di collocare gli Imperishable in una posizione di rilievo nel panorama estremo contemporaneo.
Voto: 8/10
Daniele Blandino
 
	    	

 
							














