Gli Autopsy sono uno dei capisaldi del death metal vecchio stile. Rabbia, furia, putrescenza, rozzezza e cattiveria primordiale e direi che chi è appassionato di death metal non può ne non avere i loro lavoro e men che meno non sapere di loro.
Il lavoro si presenta già bene con le prime parole del cantante Chris Reifert: “We’re Autopsy … and we playing fucking death metal.” E direi che abbiamo già “detto” tutto così, Perché gli aAutopsy sono così senza fronzoli e senza censure.
L’esibizione proposta in questo album è dello scorso 7 marzo 2020, prima del blocco degli spettacoli anche negli USA causa covid 19, al Reggies Chicago. La band fondata nel 1987 a San Francisco, scioltasi nel 1996 e riformatasi nel 2009, ed ancora attiva oggi, oltre a poter dare lezione a molte band moderne, dimostra ogni ragionevole dubbio che ci sono ancora spazi per il materiale vecchio stile.
Facciamo un paio di conti; da “Severed survival” troviamo ben nove titoli; da “Mental funeral” quattro; poi abbiamo uno da “Acts of the unspeakable” e poi ci sono brani dagli ultimi lavori “Toruniquets, hacksaw and graves”, “The headless ritual” e “Macabre eternal”. Inoltre la band ci propone un inedito: “Maggots in the mirror”, come anteprima discografica in puro stile Autopsy, e la cover “Fuck You!!!”, che chiude l’album, dei Bloodbath già presente nel loro EP del 2017 “Puncturing the grotesque”. A conti fatti la band ha preso praticamente da tutti gli album escluso “Shitfun” l’album prima dello scioglimento.
Strutturalmente le registrazioni sono grezze e ruvide quanto è la band, ed è quello il bello. Ma va detto che se grezze non sono accurate o che sono approssimative. La proposta sonora è quella di un live death metal e seppur da live le strumentazioni si sentono in modo accurato e persino il basso che da studio, specie nei generi estremi, si perde in queste registrazioni si propongono assolutamente in modo corposo. La voce ha forse un pochino troppo di eco, ma dovendo urlare tutta la rabbia che Reifert ha in corpo, il problema è minimale.
La conclusione di questa mia recensione è che siamo di fronte ad un lavoro degli Autopsy, per i fan degli Autopsy suonato davanti ai fans degli Autopsy.
Facciamo anche un piccolo inciso, visto che tanti dichiarano di avere gli Autopsy tra le ispirazioni, dovrebbe essere molto chiaro di cosa stia parlando, diciotto tracce di sulfurea rabbia. Da avere se ti piace il death metal.
Voto: 8/10
Alessandro Schümperlin
COMMENTI 1