Siamo al secondo capitolo di questo quintetto d’album, per il primo andate qui oltre che per capire di che si sta parlando recupererete le info legate a chi ha fatto cosa in banco di registrazione.
Se nel primo avevamo gli Earthless che proponevano un rock psichedelico strumentale i Nebula, band riformatasi nel 2017 e nel 2019 fecero uscire il loro album “Holy Shit!” da cui provengono alcuni brani di questa sessione live, ci presentano il loro modo di far psichedelia.
Un approccio più oscuro dei primi, con delle proposte piuttosto doom, Loro dipanano su dieci brani che hanno un certo appeal alla Cathedral ma con il loro personalissimo sound sia chiaro.
Anche perché il trio usa la “sola” attitudine doom della band di Lee Dorian, per poi portare di fatto il loro rock a livelli differenti e lisercici parecchio distanti.
Anche in questo caso le scelte da banco regia sono interessanti e tutt’altro che scontate per un live di questo tipo. Basso presente, leggermente in secondo piano ma ben udibile e che fa la sua magia con la batteria e la chitarra.
Batteria che ha un piglio ottimo, una buona resa di post produzione, forse solo i piatti leggermente troppo lunghi come code, ma nulla di eccessivamente invasivo; una chitarra assolutamente demoniaca che ti ammalia e ti scioglie nelle sue sinuosità.
Un cantato interessante ed una scelta di effetti sulla voce che non guasta, anzi, acuisce il senso emotivo delle canzoni.
Secondo live e secondo album veramente interessante e di ampio spettro di apprezzamento.
Personalmente sono stato colpito da “Clear light”, da “To the centre” , “Messiah”, “Giant” e da “Man’s best friend”.
Come uso vi consiglio di ascoltare questo lavoro he ne vale la pena, come del resto gli altri quattro capitoli.
Concludendo direi che anche questo secondo lavoro è di molto sopra la sufficienza; è un buon modo di approcciare a band particolari e vi invito caldamente ad entrare nel deserto con i Nebula.
Voto: 8/10
Alessandro Schümperlin
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