Leslie Ripp, chitarrista proveniente dalle Hawaii, ha pubblicato il suo quinto album solista “Cicle Of Fifths” il 21 luglio scorso. Album registrato nel 2019, ed oltre a suonare la chitarra suona e registra tutti gli strumenti quindi potremmo definirlo più di un “semplice” chitarrista ma bensì un polistrumentista. Inoltre fa tutto da solo, registrazioni nel suo studio di casa Witchazel 2 e si è occupato anche della produzione.
Leslie Ripp non è “nuovo di questi boschi”, perché negli anni ’80 ha suonato con la band Rat Attack, con la quale ha pubblicato un album. È stato poi artista solista dalla rottura con la band e dal 2000 pubblica album strumentali, come questo per altro.
Alcuni dei VST utilizzati riportano pesantemente, vedi la batteria, agli anni 80 e primissimi 90, come le composizioni sia delle ritmiche che dei soli. Due cose piuttosto pesanti che gravano sull’album: “i soli infiniti e fini a se stessi” e “la monotonia”delle composizioni. Capisco essere virtuosi ed appassionati di AOR e prog, ma provare a fare anche altro non sarebbe male. Essendo questo un album strumentale e che ovviamente lo strumento principe è la chitarra, ma avere dei suoni “banali” per gli strumenti che fanno da cornice e
praticamente solo assoli ultra veloci è una sofferenza se non si è ossessionati dalla chitarra.
concludendo: suoni anni 80 dalla chitarra estremamente acuta, ai VST e/o le scelte di mix in pieno stile “Spalline nelle giacche e messe in piega esagerate”, basso praticamente inesistente, batteria elettronica con suoni buffi e synth-tastiere anch’esse veramente “datate” come suoni. Composizioni che seppur interessanti inizialmente vengono affossate da assoli lunghi estenuanti e senza un minimo di personalità. Capisco che a fare tutto da soli si possa cadere in questi errori, purtroppo Leslie Ripp ci è cascato con tutta la chitarra in questi errori. Occasione mancata per dare lustro alla propria arte.
La sufficienza c’è per il lavoro che c’è dietro, ma se dovessi esclusivamente fare una valutazione di pancia sarebbe inferiore alla sufficienza.
Voto: 6/10
Alessandro Schümperlin