Giunti al quarto album, con un seguito prettamente nazionale, i danesi Electric Guitars propongono un rock’n’roll energetico, frizzante, anthemico, sicuramente incendiario per i tanti show che hanno in programma di qui alla fine dell’anno, favoriti anche dal fatto che la Danimarca è una delle primissime nazioni al mondo ad aver abbandonato i rigidi protocolli anti-covid.
Al centro di questo side-project, perché i musicisti in realtà hanno altre collaborazioni e attività, due personaggi che anche nei video che hanno realizzato sembrano divertirsi come matti : Mika Vandborg e Soren Andersen, entrambi chitarristi solisti e ritmici e cantanti. Gli Electric Guitars sono loro e la sezione ritmica, sicuramente all’altezza della situazione, è, anche in sede di produzione, relegata in secondo piano.
Il disco, con una simpatica copertina a fumetti, è composto da dieci brani che si innestano nel cervello dell’ascoltatore che non può, dopo qualche ascolto, fare a meno di ripetere i ritornelli. Una costruzione delle canzoni che non prevede cambi di ritmo o parti progressive, ma non ci si annoia.
Grandi chitarre, assoli molto calibrati , cantato semplice con cori accentuati, tutto pare costruito per una resa live straordinaria. Dopamine e Nervous Breakdown sono probabilmente gli episodi meglio riusciti, ma lo standard compositivo è comunque molto elevato, sia pure nella proposizione di un genere che richiama una vecchia gloria danese : I D-A-D.
Conosciuti come Disneyland After Dark fino all’arrivo della diffida del colosso americano che non gradiva molto l’accostamento, sono stati gruppo famoso e osannato negli anni 90 in tutto il mondo con il grande e vendutissimo No fuel left for the pilgrims. Un disco molto bello che, per chi non lo conoscesse, è assolutamente da recuperare. Una vicinanza, quella degli Electric Guitars con i D-A-D, che nel 2017 è addirittura sfociata in una collaborazione nel disco “Rock’n’roll radio” con Jesper e Jacob Binzer a suonare insieme a loro.
Andersen è un produttore famoso, soprannominato “il nuovo Mutt Lange” e contemporaneamente a questo suo lavoro si è occupato di un’altra uscita danese, i Timechild. La sua collaborazione nella duplice veste di produttore e musicista con Glenn Hughes ogni tanto affiora, ma Electric Guitars brillano di luce propria e meritano un ascolto anche distratto. Ci penseranno loro a costringervi a sentirli di nuovo…..
Voto : 7,5/10
Massimiliano Paluzzi
















