“Every day is a new day.” Ernest Hemingway
La forza di ogni vero artista è insita nella sua capacità di comunicare il suo stile attraverso la sua opera. E non è una componente che si trova solo nella musica, ma in tutte sette le arti…dalla pittura alla scultura, dal cinema alla fotografia, dall’arte figurativa alla musica. Quest’ultima è una forma espressiva che non essendo tangibile ha una fruibilità che mantiene l’universalità del linguaggio, ma arriva agli ascoltatori in forma di sensazioni, emozioni. A seconda dell’empatia che si innesca nella mente di ogni persona la musica acquista non solo un significato, ma anche una forma e una consistenza che porta un brano o un album a livelli superiori di significato, l’opera valica la forma di creazione personale e diventa una “Entità artistica”.
E una forma e un peso consistente nel panorama della musica italiana e in particolare del Prog, su queste pagine lo abbiamo – eccome se lo abbiamo – con il nuovo album di Hunka Munka, alias del grandissimo duo di tastieriste di Prog con la P maiuscola: Roberto Carlotto e Joey Mauro
Dedicato a Giovanna G. il primo album di Hunka Munka è dadato 1972…uscito in un periodo dove il mondo era diverso, la gente era diversa, i giovani erano diversi…in questi anni non un’attesa spasmodica, ma solo una speranza di poter riascoltare un album del maestro.
Tante collaborazioni e una carriera dedicata alla ricerca di una libertà artistica che ogni autentico musicista dovrebbe sempre avere.
Arriva sulla mia scrivania un giovedì pomeriggio di questo Settembre (non Nero – ma quasi, dopo i fatti in Afghanistan, ma questa è un’altra storia) il nuovissimo album di Hunka Munka dal titolo Foreste Interstellari.
Edito dalla Black Widow Records, l’album si presenta già con una copertina interessante, un mix tra la mitologia ellenica e lo spazio interstellare di Philip Kindred Dick.
I brani sono tutti di ottima fattura, prog classico italiano che si innesta a un mood moderno, grazie all’approccio in fase di mix e master più attuale, contemporaneo – in antitesi con alcune scelte stilistiche di altri progetti prog presenti sul mercato che tendono, non sempre con risultati soddisfacenti, a rimarcare un sound un po’ più “vintage”.
L’essenza in ogni caso di Foreste Interstellari non è tanto la forma, ma il contenuto. Una maturità artistica profonda è viva e presente in brani come La Solitudine delle Stelle, Idee Maledette (stupendo il refrain con le tastiere da grande scuola Prog) e I Cancelli di Andromeda. Come non citare la poesia di L’uomo dei Trenini, che i soli 2 minuti e 23 sec trasmette esattamente una visione del titolo nella mente come una scena di un film di Béla Tarr. Impossibile non citare la delicata Amanti Come Noi, con quel sound alla Procol Harum, ballata che avrebbe davvero da insegnare tanto ai nuovi cantautori che non hanno più quella magia che aveva la musica italiana negli anni ‘70. Bella e con un mood prog di matrice moderna la bella Brucerai, dove cambi di tempo, progressioni, cori e melodie si mescolano in un mix sonoro davvero perfetto. Chiude il disco il brano La Stanza dei Bottoni, dove suoni metropolitani, fraseggi al piano creano un’immagine di post rock sperimentale che ci ricordano che il progetto Hunka Munka è innanzitutto un duo pianistico stratosferico, che comunica attraverso il loro stile e la loro personalità.
Menzione d’onore per tutti i protagonisti di questo lavoro, oltre a Joey Mauro alle Tastiere e Orchestrazioni, Marcantonio Quinto (Solisia) alle Batterie, Gianluca Quinto (De la Muerte) alle chitarre, Andrea Arcangeli (DGM) al Basso, Adreas Eckert al Basso, Alice Castagnoli e Tony Minerba alle Voci. Una esemble davvero di alto livello che ha reso questo Foreste Interstellari una delle uscite Prog più interessanti di questo 2021.
Dobbiamo ringraziare Black Widow Records per aver riportato in questo 2021, così carico di tante vicissitudini per la nostra società, un progetto come quello di HUNKA MUNKA, c’è bisogno di album come questi, c’è sempre stato bisogno di Prog di questo livello, solo che spesso i grandi distributori di musica per le masse ragionano con un conto Iban e non con il cuore…ma l’uomo è un essere vivente e finché proverà emozioni, sarà triste, sarà felice, sarà creativo…sarà Vivo, com’è Vivo questo Foreste Interstellari.
Alla domanda «che cos’è l’arte?» siamo portati a rispondere: «Ciò attraverso cui le forme diventano stile» André Malraux
Voto: 8/10
John Sanchez
















