Dopo undici anni torna alla ribalta un gruppo storico dello speed metal teutonico degli anni 80. Il titolo non lascia dubbi : “The Speed Of Metal” e si tratta dell’ennesima operazione di recupero della meritoria etichetta Massacre Records che sta lavorando molto in questo senso.
Le note biografiche parlano di collegamento stretto con le due opere cult dei Warrant : “First Strike” del 1984 e “The Enforcer” dell’anno dopo, che sono stati nel corso del tempo riproposti in versione rimasterizzata, con buoni risultati.
La band, Jörg Juraschek , voce e basso, Michael Dietz e Adrian Weiss alle chitarre e Marius Lamm alla batteria, propone musica metal old school, con il gradevole risultato di essere estremamente attuale, grazie a una potenza e aggressività che rendono oltremodo credibile la proposta del gruppo tedesco, che può trovare nei Gravedigger una adeguata pietra di paragone.
Dopo una intro acustica, arriva “Cut into pieces” un classico speed metal old style davvero trascinante, con il motore a pieni giri e un assolo molto hellowiniano. Altra cavalcata speed è “Demons”, con un coro facilmente replicabile anche live, con variazioni vocali anche particolari.
Con “Falling Down” la velocità di esecuzione rimane elevata, con un assolo chitarristico che ricorda gli Slayer, in un contesto di un brano molto diretto. Un poderoso hard rock è il retroterra della cover degli Sweet, “Windy City” dove la band sprigiona potenza, per un brano che dura oltre 7 minuti. La scelta deriva dalla grande passione di Jörg Juraschek per questa storica band glam, ma si tratta di una parentesi, perché il riff graffiante e veloce di “Cry out” non lascia dubbi, con un basso in grande forma, che si fa sentire in ogni frangente. “Salvation” viaggia in territorio speed, con un ritornello piuttosto marcato, sempre con una resa sonora di buon impatto. Ancora più indiavolata “Regain the Fire”, altro pezzo speed che se fosse uscito ai primi anni 80 avrebbe spopolato. Oggi un po’ meno, perché ne abbiamo sentite tante, nel frattempo. Curiosa l’operazione di “It’s up to you”, brano originariamente scritto e suonato nel 1988 e riproposto ora con un notevole restyling. Un mid tempo marcato e non particolarmente aggressivo. Il finale è affidato alla tellurica “Scream for Metal” che sarà certamente un punto di forza nei concerti, con il coro “Scream for Metal”, appunto, che è sicuramente di facile presa e può caricare la folla.
Una degna conclusione di un disco certamente valido e dignitoso, purtroppo, come spesso diciamo, con musica che bene o male circola e gira da decenni. Un ascolto lo merita, con molti passaggi importanti e significativi.
Voto 7 / 10
Massimiliano Paluzzi
















