di Francesco Sarcinella
Dopo un’attesa che si è prolungata per quasi un decennio, i Novembre hanno finalmente pubblicato il loro nuovo album, Words of Indigo. In un’intervista esclusiva, il frontman della band racconta i motivi dei lunghi intervalli tra i lavori, l’approccio musicale e la nuova formazione che ha contribuito a dare una freschezza unica al progetto.
Un album nato senza fretta
«No, non c’è un piano preciso. Ma sicuramente non siamo mai stati una band che cerca la puntualità», spiega. La storia della band dimostra come l’attesa non sia mai stata un ostacolo alla creatività: dal quinquennale divario tra Novembrine Waltz e Materia ai ritardi legati alla line-up in The Blue, fino all’ultimo album, rallentato dalla pandemia. «Comporre un album porta via molta energia e se non sei sicuro che le cose possono tornare a una normalità, è inutile mettercisi», racconta.
Musica come sensazione, non come messaggio
Words of Indigo nasce dall’idea di sostituire le parole con le sensazioni: il colore indaco diventa simbolo di ciò che la musica trasmette. «Questi sono tempi assurdi, impossibili da razionalizzare e la musica ha poco che vedere con la razionalizzazione. Lasciamo che siano le sensazioni a parlare», afferma il frontman. Nonostante qualche somiglianza cromatica con The Blue, il nuovo lavoro si distingue per freschezza e modernità, affermandosi come un’entità propria.
Nuova formazione, aria fresca
La band ha visto l’ingresso di nuovi membri: «C’è Fabio Fraschini al basso, che suona con noi da un’eternità, poi Alessio Erriu e Federico Albanese alle chitarre, e Yuri Croscenko alla batteria. Sono strumentisti fuori dal comune, insegnanti, che hanno dato un tocco quasi progressive all’album». La compattezza della band sorprende, come se suonassero insieme da quarant’anni, mentre l’influenza dei nuovi musicisti porta un’energia fresca, pur rispettando l’eredità della band.
Esperienze dal vivo e contatto con i fan
Parlando dei concerti, il frontman ricorda un’esperienza memorabile: «I Kreator portarono tutto il materiale fino a Pleasure to Kill, è stato devastante. I fans sono stati incredibili, abbiamo incontrato persone che ci seguono da sempre anche da oltreoceano». Riguardo all’evoluzione del pubblico, la risposta è cauta: «Innanzitutto hanno un paio di decenni in più, haha. Credo che mi servirà l’esperienza dei prossimi concerti per rispondere meglio».
Comporre sempre, anche senza album
La musica non si ferma: «Compongo musica e basta. Scrivere nuovi riff lo faccio di continuo in qualsiasi situazione, è qualcosa di cui non posso fare a meno».
Il futuro live
Per quanto riguarda i concerti di supporto al nuovo album, i Novembre confermano che i piani sono in fase di definizione: «Ancora è presto per dirti qualcosa, ma restate sintonizzati sui nostri social».
L’attesa è finita e Words of Indigo è qui per confermare la capacità dei Novembre di reinventarsi, mantenendo la loro identità unica nel panorama del metal italiano.
















