Per descrivere questa operazione di Udo e della AFM records è bene affidarsi ai numeri: il neo70enne ( ma non sembra, quanto a grinta) Udo Dirkschneider è giunto a 35 anni di carriera solista, dopo la gloriosa fase con gli Accept, e per festeggiare questo traguardo realizza una compilation di 33 brani, dei quali 4 definiti rari e dunque editi in modo alternativo.
Per quelli che non conoscono Udo oppure lo hanno ascoltato poco, questo “The Legacy” permette di penetrare appieno la dimensione metallica di un uomo che ha la caratteristica di avere una voce probabilmente non eccezionale dal punto di vista tecnico, ma riconoscibile quando alza i toni e , quando lo fa, diventa qualcosa di unico e inimitabile, come si conviene a chi ha classe.
Insomma, siamo di fronte a un grandissimo del metal mondiale, e questo disco lo dimostra, proponendo uno spaccato molto impegnativo anche da ascoltare della sua produzione.
La mole di pezzi inseriti in questo doppio disco è veramente considerevole e raccoglie la migliore espressione della musica di Udo, che non offre particolari divagazioni, proponendo un heavy metal teutonico, molto grintoso ma non eccessivamente veloce.
Un marchio di fabbrica, insieme alla voce, che è riscontrabile in ognuna delle 33 canzoni proposte. Certamente Udo non è immune dal fascino dei Rammstein e della loro personale proposta e lo si riscontra in “Pandemonium” e “Decadent”, che sono fra i pezzi migliori del lotto, insieme a “One heart, one soul” e i classici “Fear defector”, “Metal Machine”, “Man and Machine” e “Mastercutor”. L’elenco potrebbe continuare e c’è spazio anche per la relativa melodia di “Give as good as i get” e “Blind Eyes” che spezza il ritmo. Impossibile citare tutti i brani ma, ognuno di essi, ha qualcosa di interessante da proporre.
Non ci sono riempitivi, il livello è altissimo, anche se, fatalmente, ascoltare le due parti senza fermarsi diventa veramente un’impresa, anche per l’ascoltatore più motivato.
La band : Udo Dirkschneider (Vocals), Andrey Smirnov (Guitars), Fabian Dee Dammers (Guitars), Tilen Hudrap (Bass), Sven Dirkschneider (Drums) , che poi è il figlio 29enne di Udo, è granitica e molto valida, anche a livello di virtuosismi personali.
Per chi ha tutti i suoi albums, si tratta di un acquisto superfluo. Per chi non lo ha sentito, è la grande occasione di colmare una lacuna con una delle migliori espressioni del metal europeo e mondiale.
Voto: 8,5/10
Massimiliano Paluzzi