Tony Mitchell non è certo l’ultimo arrivato. E’ al suo quarto album solista, dopo avere cantato nei Kiss of the Gypsy e Dirty White Boyz e collaborato a diversi progetti, come quello con Rick Wakeman nell’album “Return To The Center Of The Earth”, Alice Cooper, Jon Anderson, The Alan Parsons Project, Tony Hadley & It Bites e nel tour sudamericano del 2000 della British Rock Symphony, fra gli altri.
Un artista esperto e apprezzato nel music business e la sempre più attiva Pride & Joy Music lo ha inserito nelle proprie fila per questo “Radio Heartbeat” che sicuramente confermerà la sua reputazione di cantante e compositore.
Tony Mitchell per l’occasione si avvale del chitarrista Miles Meakin, che milita nei Midnite City, del bassista Nigel Bayley, già con lui nei Dirty White Boyz, e del batterista Eddie Antony.
La voce di Tony Mitchell in certi passaggi tirati ricorda addirittura Bruce Springsteen, come nella iniziale “Blue lightning” che si posa su un impianto rock tendente alla melodia e un pianoforte che è di sicuro ben adatto a questa proposta, ma, a mio parere, la sua voce esprime tutto il suo fascino nella ballata “Top of the world”, per un brano che poi diventa qualcosa di simile al pop-rock così ben declinato dai Coldplay. In ogni caso, tutto funziona.
Per il resto si capisce bene che Bon Jovi e le sue sonorità da arena rock, con cori pronunciati e sostenuti (“Rockin’ in a hard place”) e una ritmica battente che scandisce i tempi e le atmosfere e un assolo convincente di chitarra, in un contesto in cui la sei corde appare poco e non emoziona quanto potrebbe, rappresenta un punto di riferimento importante..
C’è anche un brano composto sulla scia della guerra in Ucraina e questo sorprende perché Mitchell pare assolutamente lontano, per scelta, da certe tematiche politiche. “Phoenix Rising” è anche il brano più deciso a livello musicale, non solo di testo, con un inaspettato hammond iniziale e un hard rock non manierato.
Non manca anche una ballata, “Find a way” non scontata che propone un altro buon assolo chitarristico per un brano di buon livello. Per il resto ci sono brani rock’n’roll molto ritmati, come “Keep the love alive”, la blueseggiante “Radio Heartbeat”, la title-track, oppure “Another beat of my heart”.
Un’ulteriore sezione, quella legata all’aor, con una presenza importante delle tastiere come in “Darkness remains”, “This Side of Midnight” e “Borderline”. Ultima sezione monocanzone, quella che risente delle influenze southern come “Sunflower Girl”, seppure sempre declinate in ambito melodico.
Un disco variamente interpretato, che dimostra tutta l’esperienza e la classe di Tony Mitchell, che avrebbe bisogno di qualche illuminazione in sede di composizione, per brillare veramente nel firmamento hard rock e heavy metal.
Voto: 7/10
Massimiliano Paluzzi