E dopo un sostanzioso EP del 2018, ecco l’album di esordio di questi giovani deathmetallers romani riunitisi sotto il monicker di Thulsa Doom (mmmmh influenze Conan-iane eh). Accidenti! Band così al giorno d’oggi non si trovano dappertutto. Il modello di Death Metal a cui i nostri giovincelli si ispirano sono senz’altro i Morbid Angel. Sicuramente Trey Azagthoth e compagni rimangono ad un livello un tantinello irraggiungibile eh… ma di sicuro i nostri ci mettono tanta tanta buona volontà, e il risultato si sente. Una produzione cruda ma anche relativamente nitida, tanta brutalità, evocative atmosfere apocalittiche e lovecraftiane, passaggi superveloci e mosheggianti, e un livello tecnico tra il discreto e il buono che permette loro di reggere abbastanza la frenesia di certi ritmi, che ormai hanno fatto scuola all’interno di queste sonorità. Addirittura qua e là nelle composizioni si riconoscono delle eco di Speed/Thrash ottantiano che arricchiscono il sound ferale dei nostri di riferimenti alla Storia globale del genere più estremo. I nostri hanno pensato bene a tutto, e devo complimentarmi anche con l’illustratore che ha realizzato la copertina perchè l’atmosfera giusta, anche graficamente, l’ha azzeccata in pieno. Insomma, cercando di dare un giudizio globale: pur non essendo particolarmente avvezzo al genere più “brutale” del metal estremo, riconosco l’esistenza di una categoria di bands capaci di metter d’accordo un po’ tutti. Una volta c’erano gli Electrocution e i Loudblast, mentre ora ci sono i Thulsa Doom, che sono davvero su una buona strada per diventare una band capace di sfondare. Ci metterei la firma.
Voto: 6,5/10
Alessio Secondini Morelli