Serata all’insegna del grande hard rock e del metal melodico quella che si è svolta nella splendida location del Legend Club di Milano. Ad esibirsi tre grandi band che hanno fatto di riff taglienti, assolo deflagranti e refrain avvolgenti e catchy, la loro ragione di vita. Era da un po’ di tempo che questi generi musicali latitavano nel nostro paese, ma a giudicare dell’ottima affluenza di pubblico i fan di queste sonorità sono ancora vivi e vegeti e fanno ben sperare per il futuro.
Ad aprire le danze ci pensano i Formosa. La band si forma in Germania nel 2015 e ha dato alle stampe tre album e un EP (ultimo uscito nel 2022). Il loro hard rock influenzato dall’hair metal stelle e strisce, contiene anche quel tocco di heavy seventies che non guasta mai. Si parte a mille con l’ultimo singolo “Living On A Blade” dotato di un bel groove e un refrain coinvolgente. Nick Bird si mostra subito un ottimo cantante. A suo agio sui registri alti e molto propositivo on stage. Precisa e sostenuta la sezione ritmica e con un bravissimo chitarrista non si fanno intimidire dal loro primo show in Italia. In più riescono a farsi apprezzare grazie a pezzi come “Fuck Up Your Liver” con una pronta reazione del pubblico nel refrain e “Sold My Soul” (splendido hard & roll). La loro presenza scenica è più che buona e, anche nello spazio risicato a loro disposizione, si disimpegnano alla grande. Qualche problemino al microfono del singer non inficia la loro prova che raggiunge il suo apice con le versioni di “Manic Lover” e della trascinante “Bad Boys”. Prova molto positiva per i Formosa che con un ottimo atteggiamento e un lotto di belle canzoni ha scaldato in maniera egregia l’audience.
Set list: 1. Living On A Blade 2. Burning Desire 3. Fuck Up Your Liver 4. Sold My Soul 5. Horns Up 6. Melinda 7. Manic Lover 8. Bad Boys
I Dynazty sono già dei veterani della scena svedese. Fondati nel 2007 da allora hanno sfornato svariati dischi (l’ultimo “Final Advent” nel 2022). La cosa curiosa è che insieme non hanno mai suonato come Dynazty in Italia. Il cantante Nils Molin si è esibito con gli Amaranthe, mentre il resto del gruppo è stato la back band di Joe Lynn Turner. Al loro ingresso sul palco il pubblico si dimostra ricettivo sin dal primo pezzo. I ragazzi svedesi inizio subito con veemenza e una grande grinta. Il trittico iniziale “Power Of Will”, “Firesign” e “Natural Born Killer” è da paura ed esalta la sala oramai gremita. Ma dopo qualche pezzo ci si accorge che qualcosa non gira per il verso giusto. Il problema alla chitarra sul solo di “Paradise Of The Architect” costringe il guitar player a tornare nel back stage. Ma introducendo un assolo di basso i Dynazty se la cavano da veri professionisti. Risolto il problema rientrano inserendo un omaggio ad “Hot For Teacher” dei Van Halen per poi concludere il pezzo. A questo punto la scaletta viene un poco stravolta inserendo una cover strumentale di “Highway Star” dei Deep Purple. A conti fatti vengono saltate più o meno tre canzoni. Il motivo, poi scopriremo, è la non perfetta forma fisica di due membri della band che li ha costretti a tagliare la set list. Nils Molin, pur non essendo al 100%, è comunque autore di una buona prova soprattutto su “Yours”, “Waterfall” e “Presence Of Mind”. Alla fine, Nils si scuserà per aver dovuto tagliare la scaletta ma la sala non mancherà di supportare i 5 ragazzi. L’ultima parte dello show sarà comunque un crescendo di applausi finché “Heartless Madness” non chiuderà la loro performance. Tirando le somme pensiamo che la maggioranza del pubblico sia rimasta soddisfatta, in ogni caso auguriamo ai Dynazty di superare i problemi fisici quanto prima.
Set list: 1. Power Of Will 2. Firesign 3. Natural Born Killer 4. Paradise Of The Architect 5. Highway Star (instrumental) 6. Yours 7. Drum Solo 8. Waterfall 9. Presence Of Mind 10. The Human Paradox 11. Heartless Madness
Non mancano che i co-headliner della serata. Cominciammo ad apprezzare i Kissin’ Dynamite molti anni fa quando ci capitò di assistere al loro show di supporto ai Dragonforce. Il loro spettacolo ci impressionò grazie alla grande energia e alle loro grandi capacità di tenere il palco. In più “Not The End Of The Road” è sicuramente da annoverare tra le 10 migliori uscite dell’anno passato. Quindi se uniamo queste due cose le aspettative per la loro performance erano altissime e fortunatamente non sono andate deluse. Hannes è un frontman incredibile dotato di una personalità molto al di sopra della media. È bastato l’attacco di “No One Dies A Virgin” per avere il pubblico saldamente nelle sue mani. Il resto della band non è stato da meno intrattenendoci con pose e movimenti tipicamente eighties. In più la simpatia sprigionata dal combo tedesco, unita alla perfetta interazione tra di loro, ha creato una macchina da guerra perfetta dove ogni elemento è oliato al punto giusto. Scorrono la spettacolare “Sex Is War”, le varie “Love Me, Hate Me” e la ruffianissima “Only The Dead” prima che faccia la sua comparsa Hannes con la bandiera recante il simbolo “KD” su “Living In The Fastlane”. Il pubblico è letteralmente soggiogato dalla carica e dalla classe dei loro beniamini. Si canta e ci si dimena con la musica dei Kissin’ Dynamite e tutti hanno un sorriso stampato in faccia. Non mancano “I Will Be King” con tanto di mantello e scettro, il siparietto su “DNA” con Hannes che dimentica la scaletta e viene corretto tra le risate generali. Il singer comunque è incontenibile arrivando ad arrampicarsi fin sul soffitto (non che al Legend sia così alto in verità) su “You’re Not Alone”. La title track dell’ultimo lavoro chiude prima del bis, affidato a “Flying Colours”. Dopodiché, sulla piramide umana alla Scorpions che ci saluta, la sala esplode nell’ultima deflagrante ovazione.
Si chiude quindi in maniera divina lo show dei Kissin’ Dynamite lasciando tutti i presenti contenti e con gli occhi ancora densi di meraviglia. Se ci permettete una sola considerazione è che in questi eventi con il doppio headliner, si ha la possibilità sì di assistere alle performance di due band equivalenti ma l’arma a doppio taglio è che entrambe sono costrette a ridurre il tempo a loro disposizione. A conti fatti la mancanza di qualche pezzo in scaletta da entrambe le parti è stata compensata dalle grandi esibizioni alle quali abbiamo assistito. Non ci resta che ringraziare i Formosa, i Dynazty e i Kissin’ Dynamite per averci fatto divertire e cantare con loro. E un particolare grazie al Legend Club e alla Vertigo Hard Sounds che quando lavorano in coppia danno sempre risultati strepitosi.
Set list: 1. No One Dies A Virgin 2. I’ve Got The Fire 3. Sex Is War 4. Love Me, Hate Me 5. Only The Dead 6. Living In The Fastlane 7. What Goes Up 8. I Will Be King 9. DNA 10. Six Feet Under 11. You’re Not Alone 12. Not The End Of The Road bis. 13. Flying Colours