Finalmente dopo cinque anni di attesa dallo ultimo bellissimo lavoro, i Gazpacho tornano sulle scene con un nuovo full lenght album.
La band di Oslo ormai non ha bisogno di presentazioni, è fuori da ogni dubbio una delle più luminose realtà del panorama Progressive Rock mondiale.
Il nuovo album si intitola Magic 8-Ball, una sorta di concept filosofico metafisico che prende spunto dal Paradosso della Nave di Teseo, rapportato alla quotidianità…dove vige il perenne cambio di stati d’animo e pensieri, cercando di mantenere la forma essenziale dell’essere. Con il passare degli anni la Nave di Teseo e degli Argonauti narrati da Plutarco nelle Vite Parallele, si rinnova nella struttura, ma rimane nella sua forma essenziale.
Tematica molto interessante che esplora l’Io e le sfaccettature dell’animo umano, tema che ho sempre apprezzato, da lustro a una metodica sul fare musica adulta e profonda.
Ma non sarebbero Progressive Rock se anche dal punto dei testi e delle tematiche se non ci fosse profondità e stratificazione. Grandi, grandi Gazpacho.
Passando all’album il disco si apre con la bellissima lunga e strutturata “Starling”, 9 minuti di prog-rock di altissimo livello, un pianoforte e degli archi introducono un tema etereo, da lì a poco la voce di “O” apre sulle melodie vocali introducendo il tema portante del brano. Gli strumenti gravitano attorno al duo pianoforte/voce fino a circa a metà brano quando la chitarra acustica porta il livello del brano alla forma di ballad per poi portare il discorso con tutta la band nella sua interezza che si apre totalmente al minuto 7:00. Brano assolutamente da band al top del genere, un crescendo unico e di grande intensità.
Segue il brano “We Are Stranger”, ambiente quasi Space-Rock meets Prog-Rock, brano interessante di passaggio, con un ottimo uso dei synth e della cura delle melodie vocali.
Segue la bellissima, forse il brano più di pregio dell’album: “Sky King”, una sorta di Atmospheric-Prog-Rock con un tema che rimane nelle orecchie e nella mente per molto, molto tempo. Un susseguirsi di “crescendo” e bellissime progressioni armoniche.
Segue l’ottima “Ceres”, un altro stupendo viaggio tra panorami sonori molto ampi e di grande respiro, gli arrangiamenti sono decisamente al servizio del brano, tutto gravita attorno alla voce sognate di Jan Henrik Ohme. Il lavoro di Thomas Andersen è davvero notevole, spazia dalle tastiere al pianoforte ai synth.
La titletrack “Magic 8-Ball” è quanto più vicino allo stile Prog-Rock inglese, soprattutto per quanto riguarda la parte vocale che ha un sapore Jethro Tull/Gentle Giant. Un brano che si sviluppa quasi come un canto folk-rock.
Dopo un brano come “Immerwahr” dove questo stile molto folk prog si sviluppa in un brano di pregio di circa 7 minuti, si arriva all’ultimo brano del disco dal titolo: “Unrisen”, il secondo più interessante di tutto il lotto dopo “Sky King”.
“Unrisen” è un brano profondo, melodie ricercate, un lavoro di pianoforte e violini davvero eccellente, il resto della band che accompagna la voce di Jan Henrik Ohme versi lidi di altissima espressione, il tema che apre dopo circa 4 minuti “preparativi” è tra i più belli che siano stati scritti negli ultimi anni.
Il brano è davvero una grande e sublime conclusione di uno dei dischi più importanti usciti in ambito Progressive Rock di quest’anno.
Questo ultimo brano con quello di apertura suggellano un disco formidabile.
La produzione è perfetta, a fuoco completamente sul contenuto (come giusto che sia), senza perdersi in inutili sovraproduzioni che non fanno altro che soffocare e standardizzare la proposta. Le band che hanno un loro suono e una loro “voce” hanno bisogno di produzioni che rendono valore al loro altissimo livello.
Tant’è vero che il disco è L’album è stato mixato da Thomas Juth (a-ha/Elton John/Paul McCartney/Cat Stevens) e masterizzato da Hans Olsson presso la Svenska Grammofonstudion Mastering.
Voto 9/10
John K Sanchez
















