I Feuerschwanz sono in giro da vent’anni grazie ad una certa abilità nel centrare il pubblico su cui riversare le proprie note; prima si affacciavano al pubblico viking-pagan-folk, come moltissime band dei primi duemila, ora più sul concetto del D&D addicted e del nerd, come altrettante band partite dal folk stanno facendo (ma non solo loro).
Sia chiaro, non metto in dubbio le loro capacità compositive e di tenuta del palco, resta il fatto che non tutte le band riescono a fare questo cambio senza rischiare di esser definite in malo modo; inoltre la loro mossa, fatta da moltissime band teutoniche, di tradurre, i loro testi in inglese e di far intervenire diverse guest per poter andare oltre i confini del proprio territorio di comprensione delle liriche (principalmente Germania, Svizzera e Austria) potrebbe esser stata azzeccata.
Di fatto questo “Warriors” è una raccolta, come dicevo poco sopra, con alcuni dei brani con la traduzione dei testi in inglese; poi troviamo apparizioni di Orden Ogam, Lord of the lost, Wind rose e altri.
A livello di composizione e di arrangiamento nulla da aggiungere o da togliere rispetto i precedenti lavori, dato che il solo riproporre in inglese o con apparizioni aggiuntive non fa urlare al miracolo al massimo ci sono problemi di metrica tra tedesco e inglese.
Unica cosa che posso dire in più è che la post produzione è in linea con tutte le altre band di quella frangia di folk metal che si avvicina al concetto di folk “festaiolo” stile Alestorm e/o Trollfest ed affini; quindi molto spinta e “molto pop”.
Come spesso accade con brani così “semplici” e “stereotipati” le dinamiche possono esser solo due in pochi minuto: o piace e si continua l’ascolto, o si cambia direttamente con un altra band oppure, peggio ancora, magari si chiude il player.
A fine album c’è anche la cover “Valhalla Calling” di Miracle of sound, youtuber conosciuto per i suoi pezzi a tema videogames, cosa che sottolinea ciò che già ho indicato ad inizio recensione e che nuovamente strizza l’occhio al mondo nerd e gamer.
“Warriors”, in conclusione, è una specie di Greatest hits che cerca di strizzare più di un occhio, come ho già scritto sopra, per ampliare i propri ascoltatori; è un lavoro che possiamo tenere in considerazione come album “passatempo”, se abbiamo voglia e non ci stufa un certo tipo di folk “misto” e senza troppe pretese di seriosità. Non è un brutto lavoro, ma neppure si sentiva la necessità di ascoltare nuovamente le tracce “vecchie” con un testo differente, con i problemi di metrica che ne consegue, e neppure le comparsate fanno così tanto la differenza. Ora capite il perché il voto poco sopra la sufficienza.
Voto: 6.5/10
Alessandro Schümperlin