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ESPRIT D’AIR – Aeons

ESPRIT D’AIR – Aeons

Label: Starstorm Records

La musica rock e metal proveniente dal Giappone viene identificata nel mondo con un nome ben preciso: Visual Kei. Questo concetto (nato quasi per scherzo da una copertina di un album degli X-Japan) ingloba al suo interno stili anche molto differenti tra di loro (si va dal pop-rock al death metal) ma accomunati da alcuni elementi costanti e ben riconoscibili, non solo in ambito musicale ma anche visivo: assistiamo infatti ad una cura meticolosa anche nell’aspetto e negli outfit usati durante i concerti e i video musicali. I musicisti Visual Kei sono sempre belli, molto curati, truccati e vestiti in maniera da seguire un tema ben specifico (giusto per citare il primo esempio che mi viene in mente, i costumi dei Versailles richiamano la Francia del 1700). Nomi altisonanti del genere sono gli X-Japan, gli Arc-En-Ciel, i Malice Mizer, i Galneryus, ma ve ne sono molti altri degni di nota.

Ho altresì citato i Versailles in quanto la Francia ha ispirato il nome del gruppo di cui mi accingo a recensire l’ultimo album: gli Esprit D’Air (“Spirito Dell’Aria”), una compagine inglese ma composta interamente da musicisti dal retaggio nipponico: Kai (voce, chitarra addizionale), Takeshi (basso), Yusuke (chitarra solista), Vincent (batteria). Kai suona anche la chitarra nei The Sisters Of Mercy ed è la mente e il produttore degli Esprit D’Air, mentre conosciamo Vincent per essere il batterista anche nei Diamond Black e per aver collaborato con artisti di immenso spessore come ad esempio Steve Rothery dei Marillion (il mio chitarrista preferito in assoluto!). Non sono purtroppo riuscito a trovare ulteriori informazioni sugli altri due componenti, ma fidatevi che ricoprono il loro ruolo in maniera egregia.

L’album in questione, “Aeons”, è stato pubblicato lo scorso 7 Novembre e risulta essere il terzo full-length del gruppo (quarto, se consideriamo anche il precedente Seasons che però è in realtà una compilation di rarità inedite e riedizioni) e si discosta dai precedenti lavori per essere più duro, diretto, quando non addirittura minimalista. Lo si nota anche dalle copertine: mentre per “Constellations” e “Oceans” si erano scelte le tonalità dell’azzurro, del lilla, dell’indaco e un tema spaziale e cosmico, per Aeons si è invece passati al nero e al bianco e a forme più squadrate. Anche gli outfit indossati dai componenti nei videoclip recenti e in sede live si discostano dal barocco pittoresco dei Versailles per scegliere invece dei costumi neri e moderni che ricordano in maniera fin troppo palese il quartetto protagonista del videogioco Final Fantasy XV: Noctis, Prompto, Gladiolus e Ignis. L’accostamento è certamente gradito ma posso tranquillamente affermare che non si tratta solo di una mia idea ma di un’associazione voluta dato che, in un’intervista di qualche tempo fa, uno dei component degli Esprit D’Air aveva affermato di considerare le loro canzoni come delle boss-theme di un Final Fantasy. Ed in effetti è quello che ricordano!! Qualsiasi canzone di Aeons (ma anche dei precedenti album) può tranquillamente essere usata in un anime o un videogioco e non solo per la lingua giapponese del cantato ma proprio per il songwriting stesso che risulta amichevole verso l’orecchio abituato al metal americano ed europeo ma che non rinnega mai le origini giappofone.
Come anticipato sopra, Aeons suona diretto e possente ed è arricchito a una massiccia presenza del sintetizzatore che aggiunge un filtro ultramoderno a tutte le tracce. L’evoluzione del sound presente in questo nuovo lavoro ha altresì accorciato la durata media delle canzoni, che vanno dai due ai quattro minuti e mezzo al massimo. Questa riduzione del minutaggio non ha tuttavia rubato spazio alla complessità degli arrangiamenti: ci troviamo certamente nei canoni dell’alternative metal ma sono presenti diversi sbocchi progressivi e persino alcuni accenni djent, che tuttavia non vengono approfonditi più di tanto data la brevità delle canzoni. Onestamente, al primissimo ascolto non ero rimasto particolarmente colpito da Aeons: notavo certamente il lavoro eccelso in fase di registrazione e mixaggio, ma avendo amato alla follia il precedente Oceans, Aeons a confronto mi era inizialmente sembrato un piccolo passo indietro in quanto meno complesso e più sbrigativo. I successivi ascolti, tuttavia, hanno consentito a tutte le dure scaglie di questa gemma oscura di aprirsi come petali e di legarsi alla memoria uditiva: Aeons si “scopre” letteralmente ascolto dopo ascolto e la cosa fa sorridere in quanto non capita mai con album di così breve durata. Ogni ascoltatore avrà ovviamente una diversa traccia come preferita (la mia è “Lost Horizon”) ma ognuna di esse ha qualche elemento interessante e che la rende facilmente memorizzabile ma mai prevedibile: sono dei veri e propri inni che in sede live possono davvero fare la differenza. Dopo aver assimilato Aeons a dovere, posso ben dire che in realtà non sia poi così tanto distante da Oceans: ne è semplicemente il “fratello oscuro”, più dinamico e diretto ma non per questo approssimativo, tutt’altro. Dalla prima all’ultima nota si apprezza la cura stilistica e l’attenzione nei dettagli di ogni traccia e d’altronde è quello che accade coi dischi autoprodotti: non avendo un’etichetta che ti dice cosa e come fare qualcosa, hai tutta la libertà di esplorare i sentieri che senti più affini. Di contro si assiste invece a una povertà a livello di mixaggio ma come precedentemente detto, anche qui risulta esser stato fatto un lavoro al pari di quello di dischi pubblicati da una major.

A conclusione, forse in qualche modo continuo a preferire Oceans, per mero gusto personale, ma Aeons sa comunque il fatto suo e risulta essere uno step importante per gli Esprit D’Air. Spero davvero che come band possano raggiungere il seguito che meritano grazie al loro talento, alla loro simpatia e all’impegno che visibilmente ci mettono in ogni album e che si riconosce perfettamente anche in Aeons.

Voto: 9/10

Francesco “Grewon” Sarcinella

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