«Le radici del progetto Blacksmith Tales sono nate negli anni ‘90, quando avevo già scritto al pianoforte le basi di quasi tutti i brani che compongono il concept del primo disco The Dark Presence, ispirati alle numerose letture di quel periodo»: così afferma David Del Fabro, il quale per diverso tempo ha suonato in cover band di Rush, Genesis, Pink Floyd, Kansas, Gentle Giant. Dopo anni di inattività, lo stimolo per fissare e registrare in modo definitivo i brani è arrivato con la paternità, in seguito alla quale David ha interpellato Luca Zanon per una possibile collaborazione, raccogliendo un immediato entusiasmo. Con il coinvolgimento di alcuni validi musicisti con cui lavora nascono così i Blacksmith Tales. Il nome è uno dei giochi di parole tanto cari a David, inventato però da Luca, che gioca con il suo cognome, Del Fabro: Blacksmith significa, appunto, fabbro.
A tre anni di distanza dal debutto The Dark Presence, anch’esso con Aereostella, Pathway to Hamlet’s Mill è il secondo disco del gruppo guidato da David Del Fabro che, come nel precedente, ha curato il concept, la musica e i testi. Tema e filo conduttore dell’album è il libro Il Mulino di Amleto di Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, che tratta in modo rivoluzionario il mito in quanto forma di perpetuazione delle conoscenze degli antichi e della struttura del tempo. Un tempo non più lineare e consequenziale ma scandito da cicli e fatalità scritti nel cielo (Dance of the Stars), in un vortice che ritorna su sè stesso e macina il tempo (Key to the Temple). Prosegue il viaggio di The Dark Presence, mantenendo forte il legame con la cultura dell’antico Egitto, che si arricchisce di nuove sfumature e significati. Ogni traccia, a eccezione di Interlude, è accompagnata da una breve citazione che funge da introduzione e fornisce la chiave per la lettura e l’interpretazione del testo. Un’interessante novità è rappresentata dalla ballata C’è casa a trenta miglia, cantata in italiano, in cui le memorie malinconiche dell’autore per la fanciullezza che non può tornare si fondono con la visione del possibile futuro.
La formazione vede l’ingresso alla voce di Stefano Sbrignadello e alla batteria di Simone Morettin mentre si confermano nella line-up Beatrice Demori alla voce (e curatrice della evocativa immagine di copertina), Marco Falanga alle chitarre e basso, Luca Zanon alle tastiere e Synth, infine lo stesso Del Fabro al pianoforte. Il sound si presenta compatto e la produzione curata e pulita, grazie anche all’efficace drumming di Morettin e al contributo di Zanon e Falanga per gli arrangiamenti.
BLACKSMITH TALES:
Stefano Sbrignadello: Lead and backing vocals
Beatrice Demori: Lead and backing vocals
Marco Falanga: Guitar and bass guitar
Simone Morettin: Drums
Luca Zanon: Piano, Moog, Hammond, synth
Davide Del Fabro: Piano, backing vocals
Pathway to Hamlet’s Mill:
1 Hamlet’s Mill Overture
2 Key to the Temple
3 C’è Casa a 30 Miglia
4 The Flame Within
5 Interlude: a Guide Through the Path
6 Descent of God
7 The Pendulum
8 Dance of the Stars