Formatosi nel 2017, il trio composto da Errol Fritz, KRO, & Don Void si presenta come un abominio cosmico che travalica le linee di genere tra tutte le forme di oscurità della musica. I New Skeletal Faces gettano la loro luce nera sul cadavere a lungo dormiente del Death Rock, frantumando lo specchio dell’Heavy Metal moderno in frammenti che riflettono una nuova e fresca interpretazione di questa forma di musica con una convinzione energica e stravagante. Il debutto Peaceville della band, Until The Night (che segue la scia del full-length Celestial Disease del 2019), arricchisce ulteriormente la fusione senza sforzo dei New Skeletal Faces con gli spiriti di un tempo, con la seducente e ammaliante abilità gotica di band come i Christian Death fusa con l’energia grezza e sfrenata della prima leggenda del black metal svedese, i Bathory, per creare una nuova e audace dichiarazione di intenti, in netto contrasto con lo smalto spesso eccessivamente raffinato del metal contemporaneo. Until the Night è, di conseguenza, qualcosa di più simile all’ascolto del Sunset Strip degli anni ’80 in un universo alternativo infernale. Registrato negli oscuri recessi di Hollywood, in California, l’opera è stata tracciata, mixata e masterizzata dal produttore/ingegnere Bill Metoyer (Slayer, Wasp, DRI), catturando un suono ricco e organico, autentico delle leggende del passato, presentando brani infestati tutti nuovi insieme a una rivisitazione di Raise The Dead dei Bathory. A proposito della registrazione Bill Metoyer ha dichiarato: “È stato un piacere lavorare con i New Skeletal Faces. Una band che non solo ha scelto di NON seguire le recenti tendenze di songwriting che tante altre band metal più recenti sembrano fare al giorno d’oggi, ma anche le tendenze nel SUONO del loro disco” Il primo singolo “Until The Night” e la title track del debutto Peaceville della band scavano nel profondo del ventre oscuro e dimenticato del rock and roll. “Until The Night parla delle devianze rituali praticate dalle anime perdute del nostro pianeta”, afferma la band. “È un inno per i pagani che affliggono la notte.
L’album si apre con “Disexist”: un opening abbastanza classico dell’heavy rock buona tecnica e l’ascoltatore viene abbastanza coinvolto, ci sono degli spunti interessanti durante l’ascolto, un brano semplice e veloce che fa capire subito dove la band vuole arrivare con il mood;
Si continua con “Until The Night”: canzone classica, è il classico singolo da trasmettere in radio, l’ascoltatore viene poco coinvolto si annoia abbastanza, riff ripetitivi e già sentiti, la traccia e stereotipata senza aggiungere novità o personalità.
terza traccia “Ossuary Lust”: brano leggermente più coinvolgente, veloce e diretto che viene percepito nel modo giusto, ma nulla di che, rispetto ai predecessori e leggermente migliore, purtroppo anche in questa traccia non si sente per niente la personalità della band, sono passaggi già sentiti in band più famose e i musicisti non aggiungono nulla per rendere il sound moderno e apprezzabile.
quarta traccia “Wombs”: brano con un sound leggermente più moderno, ma ancora sotto la sufficienza, non riesce a coinvolgere ed è abbastanza noioso, passaggi classici e poco coinvolgenti, probabilmente è la traccia peggiore dell’intero lavoro.
quinta traccia “Zeitgeist Suicide”: la noia continua, le linee di basso non riescono ad incidere, come i brani precedente, un brano stereotipato e senza personalità.
sesta traccia “Pagan War”: brano, leggermente migliore, ma, ancora una volta, lo rendono noioso e ripetitivo.
settima traccia “Enchantment Of My Inner Coldness”: e la continuazione della noia, brano veramente pessimo, brano radiofonico che non coinvolge per niente chi ascolta.
l’album si chiude con una cover di Bathory “Raise The Dead”: è il brano migliore dell’intero lavoro, essendo una cover, la band non la suona male rimane la personalità della band, la band che la sta coverizzando non ci mette niente di suo, da una parte e un bene, ma dall’altra chi ascolta gli sarebbe piaciuto sentire un po’ di personalità.
Considerazioni finali: album veramente piatto nulla di nuovo ed ha diversi difetti il primo e la voce del cantante stridula per niente adatta al genere, il secondo difetto e proprio il sound veramente pessimo niente personalità e la poca voglia di impegnarsi di fare qualcosa di nuovo e di innovativo. Album con tanti singoli radiofonici ma alla fine risulta tutto uguale e piatto.
Voto: 2.5/10
Daniele Blandino
















