E’ già la seconda prova da solista del chitarrista/cantante degli Alter Bridge e della band di Slash, Myles Kennedy. Ed io mi chiedo, soprattutto in questo periodo, cosa si può desiderare di più. L’album è difatti stato realizzato in stato di grazia, sotto la benedizione dell’Anima più pura della musica Rock. Composto com’è di canzoni che funzionano alla grande, ed arrangiato in maniera piuttosto variegata in modo da glorificare lo strumento chitarra. Molti sono gli stili che Myles annovera tra le composizioni presenti. Si va dalla ballata acustica (laddove le partiture chitarristiche appaiono sempre finemente arrangiate) all’Hard moderno, spesso di stile Seattle-Sound, al Boogie scatenato e al Blues/Rock più puro (con stile chitarristico ispirato ai classic degli Stones), fino ad arrivare a certi brani Rock semiacustici di grande energia e sfrenata vitalità come le iniziali “Get Along” e “A Thousand Words”. Il tutto ben carburato da una produzione letteralmente “da favola”, modernissima ed allo stesso tempo assolutamente sostanziosa e generosa di good vibrations. Oltre che dall’indubbio, sporco e roccheggiante carisma vocale di Kennedy, che non manca mai di caricare ogni cantato della giusta espressività. Cosa dire… un album di questo livello ci vuole ogni tanto. Complimenti al signor Kennedy, allora, per il modo costruttivo in cui ha impiegato il periodo di pandemia. Di sicuro, “The Ides Of March” non mancherà di piacere ad un pubblico ababstanza assortito, così come a coloro che sono duri a dimenticare certe vibrazioni positive che sono da sempre tipiche del Rock più sanguigno e verace, senza inutili sottoetichettature.
Voto: 8,5/10
Alessio Secondini Morelli