Energico ritorno, in questo 2025, anche per i Mob Rules, col loro “Rise Of The Ruler”, che mostra una copertina raffigurante diversi veicoli da battaglia su uno scenario desertico e post-apocalittico. Figure queste chiaramente ispirate da Mad Max, trasmettono in maniera chiara le intenzioni della band tedesca: richiamare i suoni del passato e riproporli con sfrontata ferocia.
Diciamo che sotto questo aspetto, l’album mantiene perfettamente le aspettative: puro heavy/power metal di radice ottantiana e pezzi diretti e senza fronzoli. A livello musicale, si nota un certo ritorno alle sonorità e agli arrangiamenti dell’inizio della trentennale carriera dei Mob Rules, quando era ancora sotto l’etichetta Limb. Arpeggi, assoli, fughe si discostano un po’ dai suoni molto moderni (che ricordavano un po’ gli HammerFall) per tornare a richiamare più i Judas Priest o gli Axxis.
Ammetto di non essere esattamente un amante del genere, dunque non ho troppi riferimenti da poter aggiungere. Il mio essere in un certo senso “esterno” al genere, tuttavia, mi aiuta ad essere super partes e a individuare in maniera chiara pregi e difetti di questo disco. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, ho particolarmente apprezzato che a differenza di altre band che tornano sulle loro basi anche a livello di produzione, producendo intenzionalmente un prodotto più grezzo e “nostalgico”, i Mob Rules invece non si risparmiano in tempi di pulizia i suono e anche il mixaggio è davvero di tutto rispetto: sembra proprio essere un regalo ai fan di vecchia data che però non hanno mai smesso di seguire e apprezzare la band in tutto il suo trascorso ed evoluzioni. I brani che compongono “Rise Of The Ruler” sono sufficientemente vari ed accattivanti, e chi segue il genere non può certamente restarne deluso. Tuttavia, ho personalmente trovato alcuni passaggi leggermente ripetitivi (ma si tratta pur sempre di una limitazione del genere musicale stesso) e nel complesso non sono mai riuscito ad apprezzare la voce del cantante. Si tratta comunque di una mera questione di gusti: non ci sono infatti incertezze nella sua voce, sempre aggressiva al punto giusto e intonata in ogni battuta. Pregevole infine l’unica power ballad del disco, che rilassa un po’ il ritmo in attesa dell’epica canzone conclusiva.
Rise Of The Ruler si dimostra pertanto essere un buon disco, suonato da una band perfettamente a suo agio coi suoi strumenti e sonorità. I limiti pertanto sono più da ricercare nel genere trattato, dunque prego i lettori di non tenere troppo conto del voto conclusivo, in quanto esclusivamente personale. Semmai, nonostante non apprezzi troppo l’heavy/power metal, il disco è stato capace di trasmettermi emozioni positive e dunque mi sento di consigliarlo ampiamente a tutti gli amanti dello stesso: si tratta di una valida prova da parte di una band che nel corso di questi 30 anni è sempre riuscita a far parlare di sè in senso positive.
Voto: 6/10
Francesco “Grewon” Sarcinella
















