E’ una specie di teatro-canzone alla Gaber, ma molto lugubre e molto affascinante, la proposta musicale dei Magia Nera , che tratta della figura di Vlad l’Impalatore, che tutti conoscono come il vampiro Dracula.
In “Vlad”, cantato, ma sarebbe meglio dire recitato e cantato, vengono narrate in italiano le fasi della vita e della morte di questo vampiro, viene descritta la sua sete di sangue, i suoi amplessi mortali, la sua fine, con un gusto davvero raffinato.
A livello musicale il riferimento è certamente quello del rock prog italiano che ha incantato il mondo e il risultato è straordinario grazie a finissimi passaggi di organo, a una chitarra talvolta acustica e anche aggressiva, in generale a una atmosfera molto esoterica.
“Vlad” è un progetto molto complesso che vede la musica come colonna sonora di un libro “L’innocenza di Dracula, apologia di un vampiro”, che ruota intorno al leader della band Bruno Cencetti che è anche il vocalist e il chitarrista, dove viene analizzata e approfondita la figura di Dracula, spesso evocato superficialmente.
Si comincia con “La Protogenesi” e si tratta di una intro molto sofisticata, che viene seguita da “Vlad il Condottiero” che descrive la vita di Dracula, con la bella frase “ogni impresa ha il suo costo” e uno svolgimento in crescendo che parte con un arpeggio acustico per sfociare in un suono fra organo e chitarra tipico del prog rock, con il basso molto in evidenza.
Non c’è condanna per la condizione di vampiro assetato di sangue, che viene descritta come una specie di irrinunciabile destino, come spiega “Dolce Sentire”, dove l’organo è predominante e Cencetti si esprime alla grande anche alla chitarra, con un assolo tendente allo psichedelico molto suggestivo, che viene proposto anche nella successiva “Amore di una notte”, con un riff hard prog ma anche un pianoforte che modifica l’assetto del brano, che si conclude con una cavalcata organo-chitarra molto settantiana, prima di tornare al racconto di questo amplesso mortale.
Un accenno alla musica classica fa da apripista per “Freddo Sacello” che ha una base prog rock, con una chitarra che disegna una linea che si intreccia con un organo per sottolineare la destinazione infernale del percorso di Vlad Dracula. Echi di White Spirit e Black Sabbath in “Frassino nel cuore” con la storia del protagonista di questa rilettura molto personale e affascinante di una delle figure più discusse e rappresentate della nostra iconografia letteraria e cinematografica.
La rappresentazione del dolore e della tristezza di una vita imprigionata caratterizza “Atto Finale”, brano che chiude questa splendida opera horror teatrale che sicuramente una sua dimensione artistica di grande spessore.
Voto: 8/10
Massimiliano Paluzzi