Ciao, benvenuto su Giornale Metal. E’ un onore e un piacere scambiare quattro chiacchere con un grande musicista della scena Metal Italiana.
Ciao, grazie mille a voi!
Parliamo dei Labyrinth, la band rilascerà il nuovo disco “Welcome To The Absurd Circus” il prossimo 22 gennaio su Frontiers Records. Un titolo per un album in un momento storico veramente surreale…
Il titolo è volutamente riferito anche a tutto quello che ci sta accadendo intorno, come in un vero circo dell’assurdo…
Ascoltando il pezzo “Welcome To The Absurd Circus” che è stata presentato come anticipo per il disco, ho avuto l’impressione che il sound si è fatto molto più cupo, in linea forse con tutto quello che stiamo vivendo. Roberto ha definito il disco come “una fotografia di quello che stiamo vivendo oggi…”. Immagino che tutta questa situazione sia andate a influenzare non poco la “gestazione” del disco…
Non so dirti quanto gli avvenimenti esterni ci abbiano influenzato, anche perché abbiamo iniziato la sua scrittura quando ancora non c’era questa percezione delle reali dimensioni del disastro. Comunque sia, è indubbio che lentamente anche la vita di tutti i giorni sia entrata nei nostri brani, prima nella musica e poi sicuramente anche nei testi di Roberto.
Avete avuto due cambi di line up con il reclutamento del bassista Nick Mazzucconi e il batterista Mattia Peruzzi che condivide con te anche l’esperienza con gli Shining Black. Un musicista giovane e bravo che va a sostituire Macaluso. Come ti sei trovato?
Nik è con noi già da prima di Architecture of a God, quindi sono ormai diversi anni che condividiamo gioie e dolori. Matt invece è entrato con questo album, anche se in realtà la sua prima apparizione con noi fu live a Città del Messico, nel 2015, quando sostituì l’allora batterista Bix (Alessandro Bissa). È un musicista giovane, ma molto legato a quello stile con cui invece ci siamo formati noi. Conosce tutti i nostri pezzi quasi a memoria ed il suo inserimento è stato uno dei più immediati e semplici che io abbia modo di ricordare. Fin dal primo concerto è veramente stato come se avesse sempre suonato con noi. È anche un ragazzo molto modesto e alla mano, il che – unito alla sua costanza e voglia di sacrificarsi – fa di lui un sicuro talento, che sono certo lascerà il segno a lungo nel nostro giro nazionale.
Nella tracklist è presente anche una cover di “Dancing with tears in my eyes” degli Ultravox e non mi sorprende data la tua passione per il Pop anni ’80 e in generale tutta la musica di quel decennio. Magari un giorno potresti metter su un progetto su quelle sonorità…
Vorrei davvero farlo e non scherzo. Mano a mano che passano gli anni, anzi, potrebbe diventare anche qualcosa di più di un’idea o un capriccio.
“Welcome…” come ho già detto, uscirà con la Frontiers, un’etichetta che negli anni è cresciuta molto e forse in qualche modo ci ha resi orgogliosi di essere italiani in un settore come quello della musica Rock e Metal che in Italia ha sempre sofferto. Com’è stato lavorare con Frontiers e Serafino?
Ci conosciamo da anni e abbiamo già rilasciato Architecture of a God, quindi non ci sono stati particolari sorprese. Si tratta solo di fare le cose entro determinati tempi e – si spera – nel migliore dei modi. Per il resto, ci hanno sempre lasciato totalmente liberi di esprimerci come riteniamo più opportuno e la cosa ovviamente la apprezziamo moltissimo. Di solito non ascoltano niente, fino al momento della consegna del Master!
Come vedi il futuro della musica da qui ai prossimi dieci anni? Il Covid 19 ha in qualche modo dato il colpo di grazia ad un sistema già precario di suo…
Difficile fare vaticini che possano avere anche un piccolo margine di precisione. La situazione era dura, anzi durissima, già prima. Possiamo solo provare ad essere positivi e sperare che dopo tutta questa tempesta, magari, torni un po’ di entusiasmo e di voglia di socializzare, magari attraverso i live, che da sempre rappresentano un’occasione unica per ritrovarsi tutti assieme, uniti da un’unica grande passione Vedremo…
Hai mai pensato di intraprendere collaborazioni musicali al di fuori del Metal magari anche con musicisti al di fuori dei soliti circuiti che conosciamo tutti nell’ambiente?
No, perchè non ne ho né il tempo, né la voglia. Magari certo, a livello puramente ideale, ogni tanto un pensiero posso farlo e credo che succeda a tanti come me, ma poi la verità è che credo ci siano fin troppi progetti in giro e forse è il caso, piuttosto, di ridurre tutto questo macello.
Visto che ci sono te lo chiedo: novità in casa Vision Divine? State già pensando ad un nuovo disco?
Certamente e ho iniziato a stendere le prime idee. Vista la situazione attuale non ci siamo posti scadenze o limiti, quindi lavoreremo con calma e credo che entro l’autunno potremo avere qualcosa di pronto.
La nostra chiacchierata finisce qua. Olaf ti ringrazio per la disponibilità, aspettiamo dunque con trepidazione il nuovo Labyrinth! Grazie a voi e a presto!
Sonia Giomarelli