Arriva da Verona un gruppo che, come moltissimi altri in questa disastrata nazione per quanto riguarda il rock e il metal in particolare, ha dovuto slalomeggiare fra tante difficoltà, riuscendo però a tenere la barra dritta dell’amore per la musica, con ottimi risultati, peraltro.
Dopo una intro che vuole essere spaventosa, “Ogni verbo è diceria”, il disco si apre con “Inside the mirror”, che si caratterizza per un ossianico riff, da un organo che stende un tappeto di sottofondo tetro e orrorifico, la batteria ricorda passaggi dei Death SS che sembrano essere spunti di ispirazione per una band comunque in pista dal 1999 e dotata di buona capacità e personalità. Nel brano, di lunga durata, ci sono narrazioni e cambi di tempo, per una dimensione tutt’altro che banale.
Da quello che si intuisce, i compositori sono diversi, così come le persone che ruotano, a vario titolo, alla realizzazione di “Demoni”, mentre la band che ha suonato sul long playing è composta da Daniele Laurenti: chitarra e voce, Andrea Fracca: chitarra, Francesco Sterzi: basso, Tino Fracca: batteria e Giampi Tomezzoli: tastiera. Un elemento, questo, che sicuramente arricchisce la proposta musicale dei Kryuhm, nome decisamente ostico per chi deve scriverne. A riprova di questo, arriva “La Casa tra i rovi” che è molto più epica, con un riff doom e una maestosità nella sua orchestrazione che sovverte il brano precedente. “Silente” è una descrizione in musica, di un passaggio esoterico, che fa da preludio al dark doom di “Welcome to my hell” che, nonostante il titolo in inglese, è un brano in italiano, con inserti nella lingua d’Albione e francese. Un assolo ipnotico lo arricchisce ulteriormente, prima che un lugubre pianoforte e delle voci spettrali lo concludano. Ben 8 minuti dura “El Ceson de Carpanea” con un andamento musicale che ricorda certe opere di Candlemass, accompagnando una voce a metà fra il cantato e il narrante, anche se poi è la musica a essere prevalente. “Samhain” è un altro brano dal carattere magico, con una voce femminile, Sandra Silver. che spiega la missione occulta di una strega, con un sottofondo di pianoforte e flauto. Ritorna alla forma canzone “I’m not a monster” che si innerva di un riff maledetto, con sviluppo darkeggiante e voci sofferenti. Un intermezzo decisamente prog, incentrato sulla sezione ritmica, porta alla conclusione il brano. Un altro grande riff dark-metal caratterizza “The Dark”, brano che mi ricorda la parte più oscura dei Metal Church, ma come somiglianza, visto che i Kryuhm non hanno certo bisogno di scopiazzare.
La loro proposta musicale è forse da affinare in quanto a omogeneità di composizioni, ma si tratta di musica di gran classe, con aspetti legati all’occultismo che sono molto interessanti.
Voto : 7,5 / 10
Massimiliano Paluzzi















