Ascolto i Great Master e sono sempre stati capaci di incidere lavori di grandissimo livello artistico, curati in tutti i particolari, a partire dall’artkwork, sino a giungere all’ultima nota di ogni singolo disco. Produzioni curate, canzoni sempre di qualità, musicisti tutti abili e talentuosi tecnicamente. In Italia abbiamo gruppi di straordinario valore, proprio come i Great Master, che meriterebbero più lustro e attenzione da una nazione che con questo genere francamente, non ha mai avuto un feeling che negli altri paesi c’è. Ed è anche fuori dal paese del tricolore che i Great Master meritano di sfondare. Perché questo discorso? Semplicemente per dirvi che Montecristo, a parere di chi vi scrive, rappresenta il disco della definitiva consacrazione di un gruppo che avrebbe meritato di riscuotere maggiori consensi già da qualche anno a questa parte. Montecristo è un album che vede l’estro maggiore dei Great Master, un concept che ben si sposa con il metal, canzoni ben composte, coinvolgenti, ispirate e dodate di tutti i canoni principali della scena. Brani che anche dal vivo avranno certamente una presa importante. Andando nello specifico, la voce di Stefano Sbrignadello è assolutamente ammaliante, efficace e metallica, davvero incisiva. Poi ecco l’intreccio di chitarra di cui non puoi fare a meno d’innamorarti. Bene Carlini e Menin, tutto impeccabile. Passando ai brani Back Home e The Left Hand Joke mettono subito in chiaro i contenuti di un disco, che deve essere ascoltato dall’inizio alla fine per essere compreso fino in fondo e che spazia tra diverse melodie e dimensioni. Tanto di cappello ad un grandissimo disco, nonché ad una eccellente band.
Voto: 9/10
Maurizio Mazzarella