Dopo una introduzione sinfonico-pianistica, “Visions”, il disco entra nel vivo con il brano forse più scontato, a causa di un ritornello già sentito mille volte, ovvero “Call of the Siren”. Alla fine risulterà uno dei pochi passaggi meno brillanti di un disco alla fine valido.
I Game Over, gruppo italiano, propongono una elaborazione abbastanza personale del thrash classico, influenzato da molti altri stili e suoni, per dare vita a un “Hellframes” convincente. Infatti la proposta musicale della band, Renato “Reno” Chiccoli – vocals, bass, Luca “Zeero” Zironi – guitar, backing vocals Alessandro “Sanso” Sansone – guitar Anthony “Vender” Dantone – drums, risente di molti ascolti e certamente l’hard rock classico è fra questi. Tale influenza appare evidente in “Count your breaths”, una ballata dai toni acustici, ben strutturata, che poi muta forma in un hard rock di qualità.
Quello che mi piace del disco è la performance di Reno alla voce, versatile, duttile e mai fuori dal suo registro ottimale e la ricerca di partiture di chitarra molto personali che producono un effetto importante nei dieci brani che compongono il long playing.
Alla fine, il brano più azzeccato è certamente quello scelto per il video : “Synthetic Dreams”, frizzante nella sua orchestrazione, propone un particolare “duello” fra un effetto sonoro non usuale e la chitarra che mi ha preso subito e che invito tutti ad ascoltare prima del resto, magari prendendo spunto dalla stessa presenza online di questo filmato. “Deliver Us” ci proietta in una dimensione thrash che richiama “Kill’Em All” dei Metallica e la loro musica del periodo mentre “ My words dies screaming” fluttua con successo fra hard rock e thrash, in una rielaborazione personale della materia, così come, sia pure con accenti diversi, “Path of pain” e “The Cult”.
C’è spazio anche per una composizione orientata al prog, molto più elaborata delle altre, grazie anche a un minutaggio elevato, superiore agli 8 minuti. E’ la title-track “Hellframes”, che presenta diverse linee melodiche decisamente valide.
Una buona prova per questo gruppo italiano, magari cercando una maggiore varietà compositiva, ma sicuramente di buon livello musicale e esecutivo.
Voto: 7/10
Massimiliano Paluzzi