In pista dal 1998, gli Evergrey hanno saputo conquistarsi la fiducia e la stima di un numero sempre più elevato di sostenitori, non solo in Svezia o nel nord Europa, con un power metal molto spinto e con tante sfaccettature. Oggi arrivano con un nuovo lp “A Heartless Portrait ( The Orphean Testament)”, già impegnativo fino dal titolo.
La musica proposta, dopo due anni pieni di pandemia, non è però cupa e depressiva, ma assolutamente brillante e melodica, con alcuni potenziali hits che sono veramente ben costruiti e dalla grande resa sonora nonostante che, alla fine, i temi trattati riguardino essenzialmente aspetti negativi della vita moderna come malinconia e tristezza, che a giudizio del compositore , però, possono anche generare emozioni e sentimenti positivi.
Tutto il progetto Evergrey ruota intorno alla figura del cantante e chitarrista Tom Englund, che ogni tanto ha rivoluzionato la lineup, che peraltro è stabile ormai da una decina d’anni. La sua voce è veramente efficace, anche se a mio parere eccede un po’ nell’uso del vibrato, che conferisce drammaticità lirica ai pezzi, ma che alla fine, dopo un certo abuso, li omologa troppo l’uno all’altro.
Il disco è molto bello, in ogni caso, ottimamente prodotto da Jacob Hansen, con brani davvero coinvolgenti come l’iniziale “Save Us”, una vera invocazione che anche dal testo non si capisce bene ( o almeno non lo capisco io) a chi si rivolga e un grande videoclip che invito tutti a vedere per la sua potenza anche sensoriale. Un superarrangiamento e un coro di alto livello impreziosiscono questo esordio di disco, che si sviluppa in ogni caso su livelli molto elevati. Lo stesso vale per “Mindwinter calls”, che fa emergere l’aspetto della produzione, estremamente curata, che è uno dei leit-motiv dell’intera opera. Le tastiere sono protagoniste in “Ominous”, che propone un bellissimo assolo chitarristico centrale, mentre “Call out of the dark” dimostra che non solo i Nightwish possono proporre un power melodico di grandissimo impatto, con un pezzo che esalta voce, tastiera e impianto complessivo della parte corale e sinfonica della composizione. L’aspetto epico del disco è ben rappresentato da quella che di fatto è la title track “The Orphean Testament”, mentre la successiva “Reawakening” si colloca nel versante del power metal più classico. Da brividi l’assolo composito e variegato di “The Great Unwashed”, che splende anche grazie a una notevole melodia vocale e a un impianto musicale particolarmente raffinato, più o meno le stesse brillanti coordinate di “Heartless” , che propone una parte centrale diversa, con un duetto voce-pianoforte che lascia infine spazio a una chitarra davvero esplosiva. Altro pezzo top “Blindfolded”, dove si fondono alla perfezione melodia e potenza, con grande equilibrio e qualità. Il disco si chiude con un classico lento, “Wildfires” peraltro non banale. Dopo “Escape of the Phoenix” , è arrivato un altro grande album per gli Evergrey e , c’è da crederlo, non sarà nemmeno l’ultimo.
Voto: 8/10
Massimiliano Paluzzi
















