Ciao Simone, benvenuto su Giornale Metal. E’ un onore e un piacere scambiare quattro chiacchere con un mastermind della scena Metal Italiana!!
Simo: Ciao a voi! Wow mi imbarazzi chiamandomi mastermind, sono solo un artigiano del metal!
Parliamo dei DGM, ho avuto modo di acquistare il vostro ultimo disco “Tragic Separation” pochi giorni dopo l’uscita e ascoltandolo più volte, ho notato una cosa che lo differenzia dal precedente “The Passage”, ossia che ha un approccio più immediato e veloce. Cosa ne pensi? E’ una mia impressione oppure effettivamente c’è stato un piccolo cambiamento?
Simo: cerchiamo sempre di fare qualcosa di diverso in ogni album, pur cercando di mantenere il sound distintivo della band. L’idea di base per questo disco era sicuramente di focalizzarsi al massimo sull’orecchiabilità dei brani, quindi avere delle melodie catchy e cantabili cercando di non scadere nel banale e nel già sentito. Richiede veramente tanto tempo e tanto lavoro ma siamo soddisfatti al 100% del risultato e speriamo lo siano anche i nostri seguaci.
Ci racconti un po’ del concept del disco, a cosa ti sei ispirato per la stesura dei pezzi?
Simo: Il disco non è nato come concept quindi la musica è nata prima delle idee delle liriche. Una volta terminata la stesura musicale dei brani, Fabio, il nostro batterista, è venuto fuori con l’idea di scrivere un concept basato sulla storia di questo personaggio e di tutta la sua vita e quindi abbiamo scelto l’ordine dei brani in modo che rispecchiassero l’andamento della trama.
Quando si pensa ai DGM, si pensa al Progressive Metal, eppure i vostri pezzi sono si tecnici ma anche orecchiabili. Possiedono una caratteristica che rende la vostra musica originale rispetto a tante band di genere presenti sulla scena. So ad esempio che tu stesso sei un grande fan dell’Hard Rock che in qualche modo ha influenzato la composizione dei brani. Dico la verità?
Simo: assolutamente si! ormai quasi nessuno di noi ascolta solamente progressive metal. Forse le uniche band prog che ancora ascoltiamo spesso sono le vecchie glorie del prog rock anni 70/80: Kansas su tutti. Ci piace sempre tantissimo spingere sull’acceleratore e creare riff magari un po’ più intricati, ma cerchiamo di mantenere sempre un sottofondo di melodia “semplice” e cantabile, sia per quanto riguarda la voce che per gli strumenti. L’hard rock è in realtà proprio il mio genere preferito e miei ascolti giornalieri spaziano sempre tra i vari Toto, Journey e Whitesnake per esempio. Quindi hai azzeccato in pieno!
Domanda obbligatoria visto il periodo storico che siamo vivendo: come hai vissuto la pandemia da musicista e produttore? Sappiamo che il Covid ha azzerato diversi settori dell’economia, in particolare cultura e musica che stanno vivendo un periodo nerissimo. Vedi una luce in fondo al tunnel?
Simo: Non è assolutamente stato facile e ancora non lo è. Io da una parte come produttore sono stato fortunato perché ho continuato bene o male a mixare e produrre dischi a distanza, ma come musicista è stato veramente assurdo. I miei colleghi che si occupano di eventi live hanno avuto e stanno avendo una batosta inimmaginabile, spero veramente che tutto si risolva il più in fretta possibile!
E’ stranissimo rilasciare un disco e non poter andare in tour come è sempre stato fatto…..
Simo: E’ assurdo. Sapere di avere tutta questa nuova musica, su cui abbiamo lavorato per 2 anni, e non poterla suonare dal vivo è straziante! speriamo veramente si torni alla normalità.
Ti faccio una domanda un po’ fuori dal discorso DGM: in line up hai Andrea Arcangeli che suona anche nei Noveria, band a mio parere validissima e che tu conosci bene anche perchè hai lavorato in sede di registrazione a tutti i loro dischi. A di là del legame lavorativo e di amicizia, cosa ne pensi di band come loro? La scena Metal Italiana a volte da spazio a gruppi discreti a discapito che band che invece meriterebbero molto di più.
Simo: I Noveria sono musicisti fantastici e fantastiche persone. Come loro, ci sono tantissime altre bands che ritengo validissime (ne registro tantissime in studio!) e che non hanno un meritato successo. Ma questa penso sia la storia di una vita, non solo in Italia spesso tanti gruppi che hanno successo commerciale non rispecchiano (a mio parere ovviamente) una grande qualità a livello artistico. Però è sempre stato così e me ne sono fatto una ragione!
Mi ricollego alla domanda precedente. La scena Metal italiana ufficialmente non è mai decollata anche per via di un atteggiamento tipicamente nostrano dedito alle chiacchere e trovo che sia una cosa assolutamente controproducente. Ti ci sei mai trovato dentro a diatribe del genere? Hai una tua visione personale di quella che è un problema che da sempre affligge la nostra scena?
Simo: Lavorando in studio con tante bands, e tante bands italiane, ne ho sentite un po’ di tutti i colori. Il mio atteggiamento è sempre quello di farmi i cavoli miei, sin dal primo giorno. ovviamente ho le mie idee su tante cose, ma cerco sempre di tenerle per me, penso sia controproducente e inutile cercare di farsi la guerra.
Ormai sei attivo nella da molti anni. Hai dei ricordi belli, brutti, strambi da raccontarci?
Simo: Se dici così mi fai sentire anziano! E pensare che ancora non ne ho 40! Ho tantissimi ricordi belli, ovviamente ce ne sono anche di strambi, ma sono cose che non si possono raccontare pubblicamente! I ricordi più belli sono legati ai tanti festival o tour che abbiamo fatto negli anni, esperienze indimenticabili!
Ti ringrazio per l’intervista Simone, speriamo in un ritorno sui palchi dei DGM. Personalmente vi ho visto live al Sinistro Fest nel 2016 e tutt’ora ho un bellissimo ricordo di quel concerto! Lascio a te la conclusione di questa chiacchierata!!
Simo: Grazie a te per la chiacchierata e le belle parole! speriamo di ribeccarci presto ad un concerto!
Sonia Giomarelli