Da una decina d’anni a questa parte c’è una particolare realtà italiana che si è creata una solida reputazione all’interno della scena musicale, non solo della nostra Penisola ma anche all’estero. Parliamo della band Cyrax, oggi arrivata al terzo lavoro discografico, che risponde al titolo di Experiences. Il genere che ci è proposto dalla band non è di facile catalogazione perché al proprio interno ha mille sfaccettature, tante varianti dalle sfumature sempre diverse e mai uguali. Noi aggiungiamo che mai più definizione più azzeccata hanno dato loro stessi: A New Heavy Metal Experience. Esattamente, ascoltare la musica contenuta dentro questa terza opera, equivale a entrare in un mondo sempre metal ma al tempo stesso nuovo, diverso e dannatamente vario. A questo punto le definizioni, potremmo azzardare nel dire che gli stiano tutte strette. Iniziando con la vena acustica dai richiami folk, già nei primi due minuti e mezzo dell’ iniziale Ut Queant Laxis, che ci introduce in un contesto progressivo, elegantemente tecnico e pieno di pathos come Notes From The Underground. Questa canzone in particolare denota una piena lucidità compositiva fuori dal comune, contiene tutti i tratti distintivi della band. Sono sette minuti in cui si è catapultati dentro un vortice emotivo davvero forte. Questo grazie alla potenza, alle chitarre che fanno un lavoro eccezionale anche in fase solistica, le voci, diverse con l’inserimento anche di un growl molto accattivante che si divide il compito con parti pulite ma decise coadiuvate da una suadente voce femminile. Provate ad ascoltare ad esempio la spettacolare Dorian Gray e capirete probabilmente molte cose che sono state scritte e che verranno elencate di seguito. Se in Reflections Pt II viene fuori la parte più progressiva mediante una struttura che farebbe invidia alle band più blasonate nel genere prog metal, nella successiva Truemetal troverete la parte per così dire più schizoide, sperimentale e atipica dell’intero lavoro, senza rinunciare ovviamente a delle sezioni in pieno stile metal, ascoltare per credere è d’obbligo. Epica e quasi orientaleggiante Oro (sé do bheatha ’bhaile), ci porta in mondi dalla tranquillità e spensieratezza di cui tutti noi abbiamo bisogno soprattutto in questo periodo. Non manca neanche un attacco frontale come quello di Wozzeck, brano deciso, compatto e trascinante. Il Jazz/Fusion s’impadronisce della rilassante (quasi un brano da camera rossa…) di Odyssea, facendoci capire ancora una volta il valore assoluto di questa formazione. Chi dice che non si possa toccare anche il death metal tecnico? Vi rimandiamo all’aggressività controllata di Global Warning, forse il brano più pesante e death oriented dell’intero Experiences. Chiudono questo lavoro due brani particolarmente affascinanti, Infinito Prologo e Infinito Epilogo, dove si può trovare ancora tanta classe derivante dalla professionalità e l’amore che hanno questi ragazzi per la musica. Da aggiungere che l’album è pubblicato sotto l’ala protettrice della grande Worm Hole Death e il missaggio a cura di un certo Alessandro Del Vecchio, due fattori questi ultimi che aggiungono luce a un disco già di per se grande.
Voto: 10/10
Sandro Lo Castro