I Bastardur son di fatto una continuazione di Entombed e Dismember dei primi anni novanta, “solo” con una tecnologia differente per registrare.
Il bello è che la band è formata da Adalbjörn Tryggvason, voce chitarra e basso (SÓLSTAFIR) e da Birgir Jónsson batteria (DIMMA) cui aggiungiamo una pletora di guest quali Marc Grewe(MORGOTH), Alan Averill(PRIMORIDAL), Ásgeir Trausti, Júlli T og Siggi Hjálmur, Ragnar Zolberg, Thrainn Árni Baldvinsson(SKÁLMÖLD), Flosi Þorgeirsson che a vario titolo compaiono per: chitarre, basso, voci, cori, seconde voci.
Loro presentano il loro esordio, che stiamo recensendo, come crust punk; che se vogliamo ci sta ma preferirei il vecchio e caro “death ‘n’ roll”.
L’attitudine è quella grezza, e se vogliamo “ignorante” degli entombed di “Wolverine blues” e di “DCLXVI: to ride, shoot…” , come dei Dismember di “Death metal” e di “Massive killing capacity”.
Le differenze principali sono la cura del suono, si sembra un ossimoro ma si percepisce una maggior cura rispetto ai titoli sopra menzionati, ed un tentativo seppur timido, di dare una propria interpretazione del meccamismo di composizione di getto e di arrangiamenti grezzi e spontanei.
Incredibilmente pur rimanendo in territori al vetriolo e con la gentilezza di una carta vetro a grana grossa, la band fa percepire ogni singolo strumento. Dimostrazione che “punk” e “crust” non è sinonimo di materiale raffazzonato e di poca cura, ma quella che serve per poter trasmettere le emozioni corrette e nel modo più diretto possibile.
La opener “Viral tumor”, “Burn”, “Black flag fools” e “Neonlight blitzkrieg” sono i brani che mi hanno colpito parecchio. Ma va detto che tutti e otto i brani hanno una loro carica particolare ed un loro appeal interessante.
Crust punk o death and roll non cambia, i Bastardur presentano un lavoro interessante, diretto, senza fronzoli e sfacciato. Queste otto tracce sono effettivamente un buonissimo esordio, certo con tutte quelle persone come guest direi che era parecchio palpabile un livello di qualità alta, pur parlando di un lavoro diretto e grezzo, e di un prodotto interessante.
Voto: 7,5/10
Alessandro Schümperlin