“World below” è l’album uscito lo scorso giugno per Icon creating evil art per “nome e per conto” dei Baby Strange. La band, attiva da circa una decina d’anni che ha un mix di attitudini tra l’indie, il post punk e la dark wave anni ’80.
Disco che contiene dieci tracce piuttosto veloci per un totale di una mezzora parecchio tirata.
Una buona scelta per la produzione, la post produzione e le takes lavorate in modo ottimo. Arrangiamenti carini ma parecchio orientati ai tre generi di cui sopra.
Batterie minimali, ma coinvolgenti, forse avrei dato un pochino meno di volume ai piatti, gestendo meglio le code degli stessi, e dando un pochino in più di volume ai tamburi.
Basso bello presente che da corpo e sostanza oltre che una connessione indiscutibile tra batteria e chitarre e tra voce, sezione ritmica e tastiere.
I synth presenti, solo talvolta, ma sono a cornice. Di base ci sono delle sovraincisioni di chitarre che fanno un buon lavoro di melodia, di soli e di arpeggi particolari.
Voce interessante, a cavallo di diversi generi, ma con una sua personale “immagine”.
I “nostri” britannici non sono degli sprovveduti e neppure delle “vergini dei boschi” visto che con questo lavoro sono al secondo album sulla lunga distanza e il terzo titolo della loro discografia e possiamo dire che sanno fare il lavoro in modo dignitoso. Infatti “World below” segue il debutto “Want it need” del 2016, uscito per la ignition records e va detto, per onestà intellettuale, che tra l’esordio e questo “world below” la band ha rilasciato l’EP “Land of nothing” uscito nel 2021 in vinile sempre per Icons Creating Evil Art; segnale che l’etichetta crede parecchio in loro.
“0141” che fa da opener, “Midnight”, “Under the surface”, “Poor old me” e “Beating in time” vi danno il senso di quello che ho scritto fino ad ora. “As usual” vi invito a prendere copia dell’album e ascoltarlo, decidere i vosgtri brani preferiti e fare un confronto con quelli miei.
In conclusione, “World below” è un lavoro interessante, variegato e con delle potenzialità. Non è un album epocale, se è quello che pensavate; ma è un lavoro che ha una sua dimensione e che può essere a più riprese godibile e apprezzabile. Consiglio alla band di “decidere” da che parte buttarsi, se più verso il punk, la dark wave o l’indie perché così a “mezza via” non si capisce fino in fondo il loro spirito sonoro
Voto: 7.5/10
Alessandro Schümperlin