Gli Apocalypse sono un gruppo Extreme Metal guidato dal polistrumentista e mente Erymanthon. Il progetto è stato fondato a Torino come band Power/Gothic Metal alla fine del 2015 ma, dopo cambiamenti di formazione e problemi interni, Erymanthon ha sciolto la band alla fine del 2017, diventando l’unica mente dietro la band. Da allora gli Apocalypse hanno adottato un suono più estremo, incorporando elementi da Black, Death ed Epic Metal e adottando un approccio diverso in ogni album. Gli Apocalypse sono rimasti principalmente un progetto in studio, con l’eccezione di un concerto dal vivo eseguito nel settembre 2023 in apertura ai doomsters finlandesi Lord Vicar.
Dal 2022, la band lavora con lo studio ed etichetta svedese MiMo Sound, già noto per aver lavorato con i fondamentali Bathory, tra gli altri, e dal 2024 la band ha sede a Stoccolma, Svezia.
L’album si apre con “Praeludium in D Minor”: ottima intro di organo per accogliere ascoltatore e catapultarlo subito nell’ambientazione che la band sta creando nella sua mente che viaggia spedita accompagnata dalla musica un brano tutto strumentale.
Si continua con “Hanged, Drawn and Quartered”: ottimo brano potente ed atmosferico, bello, veloce, che trasporta chi ascolta alle tematiche dell’intero lavoro, la voce acida del cantante si sposa bene con lo stile della band, la batteria e gli altri strumenti sono una cosa sola, l’ascoltatore rimane colpito in positiva.
Terza traccia “Witchhunt”: un brano quasi atmosferico e ambient, le atmosfere trasportato chi ascolta in uno stato di pace, ma all’improvviso il brano inizia ad aumentate il ritmo, si rimane stupiti dalla maestria dei musicisti a non risultare banali, anzi, a suscitare emozioni positive, e della pulizia dei suoni.
Quarta traccia “Pit of Oblivion”: in questa traccia come intro ritroviamo l’organo che poi fa spazio alla batteria e chitarra, la voce sempre più acida e lo scream veramente assurdo del cantante sono caratteristiche da non sottovalutare durante ascolto. Si viene travolti come un’orda sonora vichinga.
Quinta traccia “The Well of Deception”: buon brano di intermezzo per far riprendere l’ascoltatore, un intro di tastiere ben eseguito e poco dopo seguito dagli altri strumenti, il ritmo non è troppo elevato e la velocità e ben calibrata, brano molto ambient che conduce verso la parte finale dell’album.
Sesta traccia “Broken Illusion”: brano inizialmente carino e lento, ma dopo scatta la violenza musicale. Buon mix sonoro; per la prima volta, all’interno del lavoro, sentiamo il cantante cantare in pulito, questa caratteristica rende il brano veramente bello e si avvicina all’epic metal più puro, brano tutto da scoprire.
settima traccia “Son of Fire”: traccia leggermente sottotono rispetto alle precedenti, ma con delle caratteristiche particolari,ci sono delle idee buone e si sente in questo brano l’influenza del creatore del viking metal.
ottava traccia e la titletrack “Pandaemonium”: brano di ripresa che trasporta verso la fine del lavoro, ottimo uso di tutti gli strumenti, il mix perfetto che fa la band dell’epic e del viking, rendono il brano uno dei migliori dell’intero lavoro, la personalità si sente e non cercano di strafare anche se fanno cose semplici cercano di inserire dei passaggi personali;
l’album si chiude con “Final”: ottimo brano di chiusura per ringraziare l’ascoltatore e per farlo rilassare del tutto, un brano strumentale, uso magistrale dell’organo che fa la differenza senza esagerare.
Conclusioni Finali: album molto bello e tutto da scoprire, uno stile unico che mixa con maestria il black il viking e epic metal questo mix di stili apparentemente diversi, si fondono un uno stile unico particolare e pieno di personalità, le influenze di Bathory si sentono in alcuni brani ma non è un male, anzi e un valore aggiunto, non e un album semplice, va ascoltato diverse volte prima di capirlo a pieno, lo consiglio a chi vuole intraprendere un viaggio mentale con la musica.
Voto: 7/10
Daniele Blandino