Vi ricordate dei Warmen ? La band “parallela” del tastierista Janne Wirman dei Children of Bodom ?
Una sorta di side-project per l’asso finlandese delle tastiere, dove si alternavano brani strumentali a quelli cantati e nei quali trovavamo la presenza di diversi ospiti tra i quali Timo Kotipelto, Kimberly Goss (Sinergy), Pasi Rantanen (Thunderstone), ecc..
Bene, dimenticateli ! Resettate ogni tipo di parallelismo con “quei” Warmen che di fatto non esistono più; “questi” Warmen sono un’altra cosa e forse avrebbero fatto bene ad uscire con un altro nome.
Possiamo definire i “nuovi” Warmen come una sorta di “Children of Bodom 2.0”, perchè di questo si tratta; certo, musicalmente non sono lontani da quanto fatto da Wirman con la band “madre” (C.o.B.) ma distanti da quanto ci avevano abituato nel corso degli anno con i dischi targati “Warmen”.
Chissà se si tratti di una mossa commerciale atta a riempire il buco lasciato dai “Children of Bodom” prima e dai “Bodom after midnight” poi, un “vuoto” discografico forzato a causa della prematura scomparsa di quel genio delle sei corde che risponde al nome di Alexi Laiho.
Questo non lo sapremo mai…qualsiasi possa essere la genesi dei nuovi “Warmen”, il disco non riesce a lasciare il segno, ascolto dopo ascolto non riesce proprio a decollare come ci si aspetterebbe.
“Here for None” (questo il titolo dell’ album) risulta un pochino “piatto” a livello di composizioni, tutte magistralmente eseguite e ottimamente prodotte, ma che alla fine sembrano un po’ tutte uguali a sè stesse e a quanto fatto in precedenza nel glorioso passato dei C.o.B.
Personalmente non ho apprezzato questa virata della band verso sound più “estremi” e con le parti cantate esclusivamente in growl.
Rimpiango i Warmen di “Spark” o di “Invisible power” e non perchè ci canti Kotipelto anche se la sua presenza esalta quel tipo di composizioni.
Alcuni potrebbero obiettare che “quei” Warmen fossero dei cloni degli Stratovarius: in questo caso potrei replicare asserendo che “questi” Warmen stiano clonando i “Children of Bodom” che furono (quelli da “Hate Crew Deathroll” in poi) diventandone una sorta di cover band.
Voto: 6,5/10
Stefano Gazzola