A due anni di distanza dall’ottimo “Diamanti” fa il suo gradito ritorno la band di Marco Pastorino e Luca Negro. E lo fa in grande stile con un’opera sontuosa che prende il nome di “Hermitage – Daruma’s Eyes Pt. 2”. I cambi di formazione con l’entrata di Kristin Starkey (voce) e Marco Sacchetto (batteria) mantengono sempre altissima la qualità della loro proposta musicale. Qualità che è indispensabile per rendere questo album un vero e proprio capolavoro nella loro discografia. Il concept sul quale si basano tutte le canzoni racconta la storia di Victor, che dopo aver trovato una Daruma (una bambola votiva giapponese caratterizzata dal non aver né gambe né braccia) viene magicamente trasportato in un luogo chiamato Hermitage per trovare la pace interiore. Tuttavia, una volta giunto sul luogo, scopre che Hermitage è in realtà un luogo pericoloso, pieno di segreti e pericoli.
L’album si apre con il brano “Daruma”, che introduce il tema dell’album e il protagonista della storia. Il brano è un potente pezzo di metal melodico, con una melodia accattivante e un testo che evoca un senso di mistero e suspense. Qui incontriamo il primo ospite (Arjen Anthony Lucassen, mastermind del progetto Ayreon) che avrà il compito del narratore, guidandoci nella prosecuzione della storia. “Glorious” possiede un riff di chitarra orecchiabile e un ritornello che rimane impresso nella mente e fa da apripista per “A Hero Reborn”, un brano più progressive, con un’atmosfera epica che enfatizza in maniera divina il testo della canzone. Una delle bellezze delle composizioni dei Temperance è sempre stato l’intreccio delle voci dei tre cantanti e in “Welcome To Hermitage” si raggiunge un nuovo livello di magnificenza. La presenza di Fabienne Erni (Eluveitie) e Laura Fella (Faun), le atmosfere magiche e suggestive unite alle aperture melodiche ne fanno un pezzo strepitoso. “No Return” colpisce per il suo azzeccato refrain e per la malinconia di fondo che ben rappresenta la perdita e la solitudine. “In Search Of Gold” si apre con il duetto tra Michele Guaitoli e Kristin per poi pian piano aumentare di intensità ed energia. La bravura dei Temperance sta nell’aver arricchito il loro sound rendendolo più variegato senza mai appesantire o esagerare le loro composizioni. Ottimo esempio è “Join Me” dove ogni tassello si inserisce al suo giusto posto creando una song di impatto. In “Trust No One But You” troviamo Alle Conti (Trick Or Treat, Twilight Force) a cimentarsi (come al solito con risultati eccellenti) in un pezzo tirato nel classico stile symphonic power. Gran tiro, dal vivo sarà una vera e propria mazzata. Si prosegue con “Darkness Is Just A Drawing” dove l’alternanza tra parti più rilassate e esplosioni di energia rendono la canzone estremamente varia nel suo evolversi. Le parti operistiche sempre in primo piano raggiungono nuovi picchi di bellezza specialmente in “Into The Void” e in “Brand New Start” (dove gli intrecci vocali creano un senso di teatralità). Poi c’è “Where We Belong”, ballad densa di sentimento che spezza per un attimo il ritmo e prepara il terreno per “Full Of Memories”, gran concentrato di metal melodico. Chiude “Cliff” (con Alle Conti) che nei suoi 7 minuti e passa parte da un inizio soft per poi aprirsi in un’esplosione di melodia sulla scia delle migliori opere partorite da Tobias Sammet.
“Hermitage – Daruma’s Eyes, Pt. 2” è un album che ha molto da offrire. Va assaporato dall’inizio alla fine cercando di coglierne ogni piccola sfaccettatura e nonostante sia un lavoro complesso riesce ad essere (proprio per questo) affascinante. La bravura dei Temperance nel combinare musica, poesia e narrazione in un modo davvero unico e personale fa sì che questo album possegga tutte le carte in regola per rimanere impresso a lungo nella memoria degli ascoltatori.
Voto: 9/10
Fabrizio Tasso