Un’altra pagina esaltante è stata scritta Sabato 17 Agosto 2024 nel libro della storia del Rock Metal Fest, un appuntamento ormai atteso con impazienza da tutti i metallari ed i rockers non solo di Taranto e provincia, ma anche da quelli provenienti dalle altre regioni meridionali. A maggior ragione quest’anno in cui l’altro grande appuntamento per il sud, il mitico Agglutination, non si è svolto non sappiamo per quali ragioni. Una storia iniziata tanto tempo fa quella del RMF, quando è nata la onlus Rock Metal Events che, lavorando sodo e proponendo sempre tanta sostanza, negli anni è cresciuta fino a diventare la splendida realtà che è oggi. Presieduta da Paolo Ventruti, in modo arguto non ha mai fatto passi più lunghi della gamba, supportando da sempre le band italiane, da quelle esordienti o più underground ai nomi di un certo blasone che chiudono la manifestazione. Ci tengo ad evidenziare un concetto molto importante: il fatto che si lavori con band italiane non significa risparmiare… Perché quello che RMF offre alle band ed al pubblico è un contesto professionale e di altissimo livello, dal mastodontico palco, all’amplificazione, alle luci, a tutti i servizi correlati. E credetemi, non sono parole di circostanza ma fatti veri, concreti, situazioni che abbiamo toccato con mano anche confrontandoci con le band ospitate. Una scelta operativa che piace al pubblico, che ogni anno premia gli organizzatori con la sua presenza. Infatti (…e veniamo alla cronaca), giunti sul posto poco prima dell’inizio della serata, parcheggiamo ad una certa distanza… Buon segno, perché vuol dire che il piazzale della zona industriale è pieno di spettatori che afferiscono a più generazioni incuriosite da questa realtà: da headbangers con figli al seguito, alcuni bambini, alcuni ormai ragazzi a rockers della prim’ora e, addirittura, coppie di anziani del posto divertite da questa moltitudine festante, a dimostrazione di una manifestazione che è entrata negli anni nel cuore di tutti. Noi di Giornale Metal veniamo squisitamente accolti dallo staff del RMF, con la possibilità di presenziare all’evento tra backstage e bordo palco: l’atmosfera tra le band è estremamente cordiale e rilassata, si scambiano pareri sugli strumenti e consigli tecnici. Con i Vision Divine, star dell’evento allo stesso tempo estremamente colloquiali, scambiamo una serie di impressioni sulla serata, sulla perfetta organizzazione ed anche qualche anticipazione sul nuovo lavoro in uscita a Settembre e già annunciato, dal titolo Blood And Angels’ Tears. La selezione dei gruppi è stata davvero ardua, dato che ormai la qualità delle band che presentano le loro candidature è comunque alta, per cui ognuna delle presenti questa sera ha fatto la sua “bella” figura, a partire dai Kritios (da Massafra, in provincia di Taranto), combo di recentissima formazione, che col loro thrash fiero e potente accendono la miccia in modo ideale. Salgono sul palco La Menade, formazione tutta al femminile, che propone un metal alternativo virato verso il nu per quanto riguarda la ritmica, ma con elementi dark e prog disseminati un po’ ovunque nell’arco di una performance intensa ed impeccabile. Gli abruzzesi Mind Control impressionano col loro progressive death, dove i virtuosismi sono a servizio dell’insieme e i brani si lasciano ascoltare piacevolmente. Davvero brava la front woman Stefania Salladini, che si destreggia con molta versatilità tra scream, growl e clean vocals. Salgono in cattedra i fiorentini Jolly Rox, che dimostrano tutti i loro anni di esperienza con un live set che aizza l’audience. Il loro glam è l’ideale per far saltare, divertire e scatenare il pubblico durante festival come questi. Inoltre mostrano una presenza scenica che fa visibilmente la differenza rispetto alle già ottime band fin ora viste. Auguriamo ancora tanta fortuna a questo combo che dopo tanti anni tiene forte e duro. Sale sul palco Paolo Ventruti ed il suo staff per i doverosi ringraziamenti verso il pubblico, gli sponsor, le autorità, il service e le band… Ognuno di loro rende possibile questa magnifica festa. Viene anche chiamato sul palco Alessio Lucatti, dei Vision Divine, ormai un veterano del RMF, avendo calcato le orme di questo palco altre due volte con i Deathless Legacy. Una menzione particolare, a questo punto, va fatta per Cristina Tomai Pitinca, che presenta splendidamente da sempre la manifestazione, di cui ne è ormai figura iconica. Arriva il momento degli headliners: grazie al pass ho la possibilità di seguire lo show sotto il palco, collocandomi in corrispondenza del mitico Olaf Thorsen e avendo, quindi, la possibilità di concentrarmi anche visualmente sull’esibizione di ognuno di loro. Uno spettacolo nello spettacolo, perché abbiamo a che fare con musicisti ineccepibilmente fuoriclasse. Parte l’intro e subito la prima botta: The 26th Machine dall’ultimo album When All The Heroes Are Dead, pubblicato nel 2019, ben rappresentato anche da Man Walk On The Moon e Angel Of Revenge. Nonostante i festeggiamenti del 25° anniversario dell’omonimo esordio, rappresentato in scaletta con On The Wings Of The Storm e The Whisper, si pesca a piene mani dall’intera discografia del gruppo. The Secret Of Life da Stream Of Consciouness, The Perfect Machine e Send Me An Angel dagli omonimi album. Arriva il momento di una tellurica versione di The Broken Past, di cui circola il video da qualche settimana e che farà parte del nuovissimo album in uscita il 20 Settembre di cui abbiamo parlato prima. E qui apro una parentesi tutta dedicata al singer Ivan Giannini, mattatore con la sua magnifica voce su questo brano così come durante l’intera esibizione. Colpisce la sua intensità nel vivere il palco, dannandosi l’anima dall’inizio alla fine, senza un minimo calo di voce e facendo headbanging o aizzando la folla durante i passaggi interamente strumentali. Un grandissimo frontman, che aspettiamo con ansia di ascoltare sull’imminente lavoro, il secondo inciso con la band. Per chi ama la chitarra, come il sottoscritto, Olaf fa storia a sé: è affascinante osservare le sue dita volare sullo strumento con incredibile precisione e la sua imponente presenza sul palco, allo stesso tempo discreta perché non sottrae attenzione agli altri componenti. Anche questa è classe!!! Alessio Lucatti, che abbiamo citato prima, è una colonna portante per il suono dei Vision Divine. Le sue tastiere lo rivestono, pur non lesinando momenti solisti davvero pirotecnici. Spettacolare poi quando imbraccia la sua tastiera semicircolare “zompettando” da una parte all’altra del palco. Mi sono soffermato a lungo con attenzione sulla coppia Federico Puleri ed Andrea “Tower” Torricini, spesso l’uno accanto all’altro. Sempre estremamente concentrati, svolgono un lavoro di chirurgica precisione e, laddove Andrea tesse le sue complesse trame ritmiche, Federico ora doppia le stesse, ora traccia le linee armoniche dei brani nonché esegue ne esegue le melodie portanti, ora rinforza i fraseggi di Olaf, ora esplode con improvvise sfuriate solistiche. Matt Peruzzi è un grandissimo drummer. Alza un muro ritmico complesso, articolato ma allo stesso tempo di una potenza incredibile. Tanta è la sua bravura, tanta è la sua umiltà e cordialità giù dal palco. Il concerto finisce in modo trionfale, con i Vision Divine letteralmente osannati dalla folla. I ragazzi scendono dal palco visibilmente stanchi ma estremamente soddisfatti. Ricevono i ringraziamenti di Paolo Ventruti e si concedono ai metallers per foto ed autografi nell’area merchandising. Noi concludiamo la nostra presenza salutando lo staff del RMF, che ringraziamo nella sua interezza per averci permesso di vivere una bellissima esperienza che c’ha fatto toccare con mano l’incredibile lavoro che c’è dietro manifestazioni come questa, sempre in crescita, di anno in anno, per qualità, pur mantenendo l’autentica genuinità di sempre. Lunga vita al Rock Metal Fest !!!