La scena Hard&Heavy romana ha alcuni ottimi trascorsi. E se qualcuno ci si mette, riesce a rievocarli ed aggiornarli al momento attuale in maniera davvero ottima. L’Hard Rock è ormai musica senza età… non più confinabile ai ’70s. Trainare certi stilemi in epoca attuale è questione esclusivamente di qualità, passione e feeling. Abbiamo già visto 3 anni orsono l’exploit eccellente di due veterani di detta scena, Max Smeraldi e Freddy Rising, con il loro album “Strada Maestra”. Ora eccoci a sviscerare l’operato di Fabio Lanciotti. Chitarrista sopraffino, fonico di longeva esperienza e proprietario dello studio di registrazione Bottega Del Suono. Riuniti attorno a sè un gruppo di longevi amici e partners-in-crime altrettanto eccezionali (il pluri-occupato bassista Emiliano Laglia, il batterista Cristiano Ruggiero nonché Lorenzo Cortoni, cantante/chitarrista ritmico dalla voce “rocamente” bluesy), fonda con essi i Road Syndicate, realizzando questo pezzo da 90 di Hard Rock maledetto, blueseggiante, energico e “chitarristicamente” molto, molto interessante. I nostri si sbizzarriscono a passare in rassegna tutto il ventaglio di stilemi del genere. Toccando influenze che vanno dai Rhino Bucket ai Gotthard, e dimostrando, proprio come questi nomi hanno ribadito negli ultimi anni, che l’Hard Rock è musica vitale e fresca ancora oggi. Tanto quanto lo è stato per tutta l’epoca che ci separa dai ’70s. I riffettoni dell’opening track “Why?”, così come di “Get Away” (tanto pesante che mi ricorda quasi i migliori Saxon) sono perlomeno indicativi della passione per l’Hard dei nostri, restituita con grande vigore all’ascoltatore. E si alternano a momenti più spiccatamente settantiani, oserei dire zeppeliniani, nella semi-acustica mini-suite “Turning To/Smoke” e nella ballata bluesy “Silent Scream”. Il tutto viene sciorinato fuori dalle casse dello stereo sotto l’egida d’una produzione davvero ben fatta, soprattutto per quanto riguarda il suono delle chitarre. “Manieristico” ed energico a dovere, ma in una certa percentuale anche fortemente “personale”, che rappresenta un valore aggiunto assieme allo stesso guitar-work di Fabio, il quale mostra versatilità ed allo stesso tempo pertinenza al genere proposto, anche e soprattutto negli assoli. Insomma: tanta passione, tanta veracità, tanto amore per il lato più Hard del Rock&Roll, un songwriting che funziona a dovere, dei suoni assolutamente “da paura”… cosa volete ancora? Penso che “Smoke” dei Road Syndicate meriti più di un ascolto. Anzi, merita assolutamente di esser supportato, diffuso, conosciuto al meglio. Fatelo vostro, tutti voi, giovani e meno giovani. In virtù di un genere musicale, l’Hard Rock, che non può e non deve passar di moda. MAI! L’album termina con la cover di “Do You Love Me” dei Kiss, molto ben resa. Ma direi che complessivamente si rivela ottimo anche mettendo a parte detta cover. Coraggio, ragazzi. Andate forte anche nel songwriting.
Voto: 9/10
Alessio Secondini Morelli