I Baschi Rise To Fall con “The fifth dimension” giungono al quinto album e pare quasi calcolato il ritorno del cinque così tante volte per quest’album: quinto album che segue di quasi cinque anni il precedente “Into zero” e lo chiamano “The fifth dimension” e sono in cinque nella band.
Musicalmente, tralasciando il discorso di numerologia e/o kabala, siamo a cavallo con il melodic Death, principalmente, e un certo tipo di metalcore che vuole ancora dire la propria(per certi suoni di synth usati per lo più ed alcuni stacchi); quindi abbiamo la doppietta delle voci growls e melodico, innesti di synth e loop, che però restano come contorno; delle chitarre che lavorano in sintonia pur facendo cose differenti durante le varie parti delle canzoni. Una struttura corposa per quello che concerne la sezione ritmica: un basso che lega bene le chitarre con la batteria e quest’ultima che, salvo alcune scelte a mio parere non ottime per il suono (vedi alla voce rullante), crea un ottimo risultato a tutto. Possiamo dire tutto ciò che vogliamo, ma il fatto che la band prenda a piene mani da Soilwork(per altro in una canzone in quest’album c’è la comparsa di Björn Strid), In Flames e Dark Tranquillity è abbastanza udibile.
Certamente ci mettono del loro ed aggiungono delle capacità aggiuntive personali.
“Intruder” appunto la canzone con il Featurng di Björn Strid, “Rising sun”, “Test of time”, “Empty ward” e “What lies beneath” sono la prova sonora di ciò che ho scritto fino ad ora; aggiungo solo che l’ultima menzionata è quella meno vicina alle altre tracce ed è una chicca non da poco. Come sempre fatevi un “giro” su questo lavoro e decidete quali sono i brani migliori per voi.
Cosa differenzia i Rise and fall dalle fonti di ispirazione che hanno? Il fatto di avere scelte compositive variate rispetto alle band “principali” e del fatto che come accennato usano delle risoluzioni, piccole, provenienti da altri generi. A dimostrazione che il gruppo non è una fotocopia di Soilwork, Dark tranquillity e in flames ma che hanno una loro personalità pur avendo le loro radici ben fissate nel death melodico svedese.
Voto: 7/10
Alessandro Schümperlin