Dal New Jersey provengono questi Midnite Ellion, terzetto fautore di un Heavy Metal contaminato con influenze Thrash. Questo “Kingdom Immortal” è il loro secondo album, risalente al 2022 ma distribuito in Europa solo ora. Cosa dire? I nostri provano a “pompare” un po’ di energia all’ascoltatore, ma nonostante un discreto tiro e una potenza ben levigata, alcune carenze traspaiono. A partire dalla voce, troppo limitata nel timbro e per nulla efficace. Oltretutto, nonostante le discrete doti tecniche globali del trio, il disco non decolla pienamente. Sarà per una produzione troppo standardizzata e digitale, sarà per delle composizioni un po’ troppo “monolitiche” (da tempo volevo usare questo termine mutuato dalle recensioni cartacee lette in adolescenza, credo sia giunto il momento) e sconfinanti con troppa insistenza nel già sentito. D’accordo, direte voi. Ma qualche pregio i Midnite Hellion ce l’hanno? Diciamo che sono una onesta band gregaria, non troppo originale e buona per riscaldare l’inizio di uno show in un club medio-piccolo. Del resto, però, consiglierei al gruppo innanzitutto di allargare l’organico, magari prendendo un singer di ruolo che possa aggiungere quel quid che manca alla voce solista del bassista Rich Kubik (eh no, proprio non ci siamo!) Del resto, fate attenzione: siamo un po’ lontani dalla visceralità del Sacro Spirito del Metallo. E’ una cosa che si avverte, purtroppo, anche dai titoli dell’album e delle canzoni. Voglio dire, OK gli stereotipi “metallici”, ma con titoli come “Speed Demon”, “She-Demon” e, appunto, “Kingdom Immortal”, mi pare che sconfiniamo in livelli eccessivamente basilari (leggi banali). Così come la copertina, pessimamente digitale e… Lasciamo perdere, altrimenti potrei aggravare il giudizio.
Voto: 4,5/10
Alessio Secondini Morelli