Per i Methedras ci sono stati alcuni stop che hanno portato una dilatazione non da poco per la pubblicazione di questo “Human deception”, dato che “The Ventriloquist” è del del 2018. In particolare ci sono stati cambi di formazione non di poco conto, con Facheris e Gotti, rispettivamente voce e batteria, sostituiti rispettivamente da Beppe “Rex” Caruso (IRA ed ex Node) e Edo Sala (Folkstone, Bardomagno ed altre), quindi con metà band da riorganizzare è capibile il fermo momentaneo.
“Human deception”, dicevamo, sesto album della band che con l’avvento dei nuovi membri ha portato una ventata di novità.
Ed eccovi elencate in ordine sparso le variazioni sul tema: album registrato e mixato presso il Fredman Studio di Göteborg per mano del suo fondatore Fredrik Nordström (At The Gates, Dark Tranquillity, In Flames, Arch Enemy per fare qualche nome), troviamo la partecipazione di Francesco Ferrini (dei Fleshgod Apocalypse per chi non sapesse) e di Giacomo Gastaldi per quanto riguarda le parti orchestrali ed i synth; cosa che non vi faccia spaventare, non hanno cambiato genere, sono dediti al loro death-thrash ma alcune orchestrazioni e soprattutto alcuni synth (anche analogici) hanno arricchito il suono della band.
Strutturalmente l’album si appoggia agli stilemi del passato della band, a cui però, ripeto, alcune orchestrazioni ed alcune scelte di “esplorazione sonora” e di “infezione” porta una soluzione musicale interessante. Le orchestrazioni sono ovviamente in linea con la brutalità del combo milanese, quindi si sentono, ma sono synth particolari, principalmente, e di conseguenza non risultano “storpianti” nel complessivo del composto.
La scelta dello studio svedese, porta ovviamente un pelino di aria stile Death svedese; ottime anche le valutazioni da mixer, con una pulizia sonora non da poco; si nota che “l’anzianità fa grado” come si diceva in caserma qualche anno fa e che i musicisti sono comunque ben rodati e sanno il fatto loro.
Ogni singolo strumento è ben udibile ed ogni sfumatura ha il suo posto senza perdersi in qualche strano modo. Non è cosa da poco e neppure scontata come situazione.
Dei dieci brani che compongono quest’album direi senza problemi che: “Enraged”, “Another fall”, “Know it all”, “Chernobyl” e “Psychotic” sono i brani che mi hanno colpito parecchio e credo che saranno anche i vostri preferiti. Nota a latere c’è un brano particolare in questi dieci capitoli ovvero “In the abyss” che se da un lato è molto curioso, per le differenze del resto del platter, dall’altra destabilizza per le scelte sia compositive che di esecuzione. Che sia il preludio per un cambiamento della band? Solo il futuro potrà dircelo (oltre che il prossimo lavoro della band ovviamente).
Concludendo: “Human deception” è un lavoro interessante, con un corpo ed un’anima tangibile, che porta di nuovo alla ribalta la band dopo cinque anni di silenzio. Da ascoltare e da avere.
Voto: 7.5/10
Alessandro Schümperlin