Avete avuto una storia tormentata, come band. È a causa del fatto che in Italia da sempre e oggi anche nel mondo è praticamente impossibile vivere di musica?
Beh , i primi anni eravamo studenti, Molte problematiche comuni a tanti gruppi. Successivamente ci ha frenato il fatto di vivere in una piccola città come Savona, lontana dal music business che contava.
Anticipando di qualche decennio quello che accade oggi, dove ci sono molti musicisti e molte band che tentano di scalare la notorietà con i singoli, voi avete fatto tre 45 giri e nessun album negli . Una scelta precisa o una casualità?
Avrebbe dovuto essere una cosa “progressiva”… cominciare con i singoli per poi comporre un’opera compiuta con un’intero album… il troppo tempo trascorso e il cambiare delle mode (il Prog è stato soppiantato dal punk e dalla disco music) non ci ha dato l’opportunità di “chiudere il cerchio” , cosa fatta decenni dopo….
Dopo 25 anni avete realizzato il primo long playing con ” La quadratura del Cerchio”. Giocando sul nome sembrava nel 2005 che fosse la conclusione di un percorso, invece ha alimentato una nuova fase della vostra carriera.
A dire il vero si tratta di una pubblicazione postuma (e già prima , nel 1999, fu pubblicato un cd dalla Mellow contenente i brani dei singoli e altre registrazioni live in sala prove…). In effetti queste emissioni hanno alimentato la voglia di ricostituire il gruppo e siamo ripartiti.
Certamente non è la prolificita’ il vostro tratto distintivo e nel 2008 arriva ” Il viaggio di Colombo” che è un concept album in cui rimarcate le vostre origini genovesi o comunque liguri. E’ questo un aspetto determinante della vostra proposta musicale?
Il nostro sogno da ragazzini era quello di comporre un concept album come i dischi dei nostri eroi dell’epoca. Non è stato facile trovare un argomento mai trattato e abbiamo optato sul viaggio via mare di Colombo (elemento acqua, il primo dei quattro poi trattati negli altri album)
Nel 2018 “il Fuoco sotto la cenere” vi vede collaborare con un gruppo storico come il Rovescio della Medaglia. Come giudicare la scena musicale prog e , in generale, quella della musica underground italiana, potendo valutare un arco temporale così ampio?
Una precisazione: prima, nel 2013, è uscito “Dedalo e Icaro”, altro concept (elemento aria) con ospiti : Pino Sinnone (Trip), Giorgio Fico Piazza (PFM) e i Delirium Ettore Vigo e Martin Grice, tutti nostri grandi amici. Un album che ci ha dato grandi soddisfazioni…. Tra l’altro in un referendum sugli album italiani della rivista Prog , suddiviso in decadi dagli anni 70 in poi, è stato votato al primo posto per quanto riguarda l’ultima decade presa in considerazione.
Considerando “Il fuoco sotto la cenere” (terzo elemento) oltre al grande Pino Ballarini , frontman del Rovescio, sono presenti altri due grandi ospiti del Prog italiano : i due Nuova idea Paolo Siani e Giorgio Usai (anche New Trolls). Possiamo dire che la scena musicale Prog italiana è sempre viva sia con i mostri sacri che continuano l’attività, sia con nuove band che talvolta propongono un sound innovativo ( e spesso più hard) sia altre che hanno riferimenti più vicini al passato glorioso. Noi facciamo parte di quest’ultimo gruppo, essendo nati in quel periodo storico, seppur sbocciati definitivamente dopo.
Con il recente ” Pangea e le tre lune” la collaborazione è con un nome importante come Ricky Belloni e con un maestro del blues italiano come Tolo Marton. È questa la strada da seguire, quella delle contaminazioni?
E’ difficile dirlo: a noi piace avere sempre collaborazioni con artisti vintage… oltre ai due grandi chitarristi citati, in “Pangea e le tre lune” è presente il grande violinista americano Donald Lax, frontman di Quella vecchia locanda , mitico gruppo di Roma, che attualmente vive alle Hawaii.
La copertina è affidata a Armando Mancini ed è molto suggestiva. Conta ancora qualcosa questo aspetto della musica, sempre più ristretto per la superficie , dagli lp ai riquadri degli spazi di musica liquida che sono sempre più utilizzati per ascoltarla?
Riallacciandomi alla risposta precedente la copertina del primo album di Quella vecchia locanda è opera del grande Armando Mancini ed è considerata in assoluto una delle più belle. Ebbene l’artista romano, contattato dalla Black Widow, ci ha confezionato un lavoro davvero grandioso, un vero incentivo ad acquistare il disco per chi, come dici tu, ama questo aspetto visivo abbinato alla musica, come ai tempi d’oro. Poi c’è una parte di pubblico che si rivolge alle piattaforme digitali, magari più accessibili ed economiche per ascoltare la musica preferita ma il vero appassionato e collezionista vuole avere l’oggetto , il cd o ancor più il vinile….tra l’altro a proposito di collezionismo, degli ultimi 3 album la Black Widow ha prodotto anche delle tirature limitate in vinili colorati e altre particolarità.
Per concludere vorrei sapere quali sono le motivazioni che vi spingono a fare musica oggi, escluse quelle economiche, ovviamente. In questo Rinascimento del prog , spesso proveniente da una ristretta zona territoriale, che ruolo ha la Black Widow Records ?
Per noi, ormai in là con gli anni, le motivazioni sono le stesse di quando eravamo ventenni: da un lato esprimere la nostra creatività con nuove composizioni (le idee non ci sono mai mancate), dall’altro lato avere contatto col pubblico (vecchio e nuovo) in occasione dei concerti. Per quanto riguarda la Black Widow (oltre alla competenza) si tratta di un’equipe di autentici appassionati del genere : noi li consideriamo dei veri amici , abbiamo un bellissimo rapporto e, non solo per la Liguria, ma in generale hanno un ruolo fondamentale per divulgare nel mondo il verbo Prog .(tutti gli album sono distribuiti e recensiti in ogni parte del globo).
Prog on e grazie.