Il titolo del nuovo album perché lo avete scelto?
In realtà il titolo dell’album in un primo momento doveva essere ‘Cieco alla Luce’ o ‘Luce Cieca’ (che sono pressoché le possibili traduzioni di “LightBlind”, titolo del singolo dell’album). Poi abbiamo invece optato per “神風=Vento Divino” sia per il senso di insita minaccia che sottende sia per il senso metaforico che si è inteso dargli.
“神風=Vento Divino” traduce letteralmente dal giapponese (神風 appunto) il termine ‘Kamikaze’, vale a dire i tifoni che nel XIII secolo avrebbero difeso e protetto il Giappone dalle invasioni delle flotte mongole del Kublai Khan. Altresì dalla seconda guerra mondiale Kamikaze ha preso a indicare gli attacchi suicidi: a partire da quelli dei piloti giapponesi contro le navi alleate, fino ai giorni nostri per designare quelli terroristici di diversa natura.
Dopo questa doverosa premessa invece pressappoco così lo si è metaforicamente inteso nel contesto del nuovo album dei FearyTales e relativa titletrack (come da relativa chiosa al testo): “Vento Divino perché, in qualche modo, siamo tutti kamikaze alla vita. Si nasce e si vive e si muore nella sofferenza, vedendo cadere intorno a noi tutti coloro che amiamo, sempreché gli si sopravviva…”.
Copertina molto diretta e bella. Chi se ne è occupato e cosa vuole trasmettere?
Grazie molte Maurizio. La copertina, come pure l’artwork dell’album, è frutto della mia collaborazione con Annette Fletcher, l’artista che aveva già curato quella del nostro precedente album “MMXXII” (mentre tutte le grafiche del ns. primo EP “FearyTales” erano state create da me direttamente). Quando ho contattato Annette per proporgli delle idee per la cover del nuovo album ho notato una immagine davvero accattivante quale icona del suo profilo Whatsapp. Ne sono rimasto immediatamente colpito e profondamente affascinato. Si trattava di una sua grafica un poco essenziale che ritraeva il tema principale della ragazza e della mano fra le fiamme utilizzando tuttavia soltanto le tinte rosso, nero e blu. Generosamente Annette ha acconsentito a utilizzarla per la cover del nostro album. A quel punto siamo intervenuti con varianti importanti e significative (almeno per me…): a partire dallo spettro di colori che dalla mano investe – quasi come fosse un riflesso estemporaneo – il volto della ragazza; attraverso la lacrima di sangue e l’‘effetto vento’, e così via… fino al risultato finale che si può apprezzare nella cover definitiva. D’altra parte una delle varianti della cover, che al capo della ragazza pone una aureola al posto delle fiamme e della mano, e che sposta l’esposizione alla gamma di luci e colori sul lato destro verso il centro dell’immagine, è stata impiegata – oltreché sull’inlay card del digipak – per la cover del nostro primo singolo “LightBlind”, già supportato da un videoclip professionale, opera di Edoardo Giuliani (a Kunai production): https://www.youtube.com/watch?v=yk-saxN_7wk
Il senso di minaccia che sprigiona l’immagine della cover in maniera così dirompente ci è parso straordinariamente efficace e adeguato sia al titolo sia ai testi sia alla musica sia al senso stesso dell’album. In particolare la mano che da fiamme infere si protende in prospettiva rovesciata sul volto della fanciulla e attraverso lo spettro di colori ne sortisce il disfacimento è quanto mai adeguata alle tematiche drammatiche, personali e tragiche affrontate nei testi di “神風=Vento Divino”.
Disco molto diretto, anche molto possente. Concordate?
Beh, direi di si… Del resto come sottrarsi a simili generosi complimenti e riconoscimenti?…J
Cerchiamo di mantenere sempre un forte senso melodico nella nostra musica finanche nelle parti più estreme, come ad esempio in “Come Inside”, sinora la traccia forse più estrema della nostra produzione.
D’altra parte credo che gran parte dei brani del nuovo album sottenda diversi strati che possono rivelarsi magari dopo diversi ascolti (come ad esempio ne “La Ginestra”, “LightBlind”, “神風=Vento Divino”, “La Luminosa Notte dell’Anima”, “AdventComes”…). Inoltre per una chiave di lettura ulteriore delle singole canzoni dell’album “神風=Vento Divino” si possono liberamente visionare i lyric video autoprodotti, uno per ciascuna traccia: https://youtube.com/playlist?list=PLHGS9-uIu2Sm0D-j9zqgaCZet_j3FksWF&si=EJlA2BO26MpXUGNz
Quale ritenete sia il pregio principale di questo album?
Il coraggio, la visceralità, l’autenticità, la sincerità e la passione. Non ci siamo posti alcun limite a livello stilistico di ‘genere’ o ‘sottogenere’ musicale, quello lo lasciamo fare a chi fa mercimonio della musica per trarne profitto: Il nostro perciò è anche una sorta di ‘suicidio’ da un punto di vista ‘commerciale’, di cui tuttavia siamo molto fieri (parafrasando il celebre titolo dell’album dei Nailbomb). I vari stili musicali adottati sono sempre al servizio della canzone, non sono mai strumentali ma anzi organici per la relativa piena riuscita, in una maniera che riteniamo appunto credibile e coraggiosa. Peraltro è un po’ come se per dipingere un quadro ci si limitasse programmaticamente e ostinatamente a utilizzare una limitata gamma di colori anziché utilizzare tutti quelli a disposizione al fine di creare le tinte più adatte e funzionali ed espressive per rendere l’immagine che si intende rappresentare, e con essa il messaggio; avvicinandosi così con tutti i mezzi necessari a disposizione un poco di più all’idea ispiratrice. Lo stesso proviamo a fare noi nella nostra musica mischiando stili musicali, ma non solo: anche gli stili vocali. Personalmente utilizzo tutti i tipi di cantato pulito – clean vocals – di cui sono capace ma pure quelli in growl e/o grim vocals, in maniera funzionale sia alle canzoni specifiche sia ai relativi testi. L’intenzione è che il tutto sia organico e funzionale alla canzone. D’altra parte in qualche modo lo stesso abbiamo fatto con i testi delle canzoni, scritti pressoché per metà in inglese e per metà in italiano scontrandoci, perlomeno in parte, con l’anglofilia che spesso affligge il pubblico metal italico.
I testi sono poi davvero molto personali, curati, autentici e viscerali. Ma soprattutto onesti, e talvolta anche radicati nella illustre tradizione letteraria del nostro “bel paese là dove ‘l sì suona”. Tutto questo insieme rende secondo noi questo album degno di attenzione e considerazione, o perlomeno meritevole di essere ascoltato.
Come si è evoluta nel tempo la vostra musica?
Mah, diciamo che a partire dal ns. primo EP (ma anche prima con le varie demo) ad oggi l’evoluzione musicale non è che noi la si percepisca in maniera così evidente… nel senso: la commistione di stili sia musicali sia vocali e di lingue utilizzate nei testi, il senso profondo e radicato della melodia anche nelle parti più estreme, l’attenzione e la cura per i testi, le tematiche drammatiche e tragiche che affrontiamo, sono state sempre caratteristiche proprie e in un certo qual modo distintive dei FearyTales. Dopodiché l’ingresso di Paolo (Tabacchetti) e Marco (Vico) nella band, rispettivamente a chitarra e basso, hanno certamente aiutato la nostra crescita, anche da un punto di vista tecnico, così come il bagaglio di esperienze accumulate nel corso degli anni. Non servirà aggiungere poi molto circa il drumming variegato e dirompente di Kosta (Costantino Perin), cuore pulsante della band, presente sin dal primo EP. Tuttavia credo siano alla fine le buone canzoni e le buone idee, magari anche un poco memorabili, che alla fine facciano la differenza. Del resto di cosa stiamo parlando se non di canzoni? Aldilà dei generi – che possono funzionare un po’ come i tagli di carne dal macellaio – contano quelle: da una parte le canzoni buone, sincere, valide, originali, significative, oneste, mentre dall’altra parte ci sono canzoni più o meno brutte, derivative, scopiazzate, scritte a tavolino… Noi speriamo, col nostro piccolo contributo, di stare dalla parte delle prime, seppur con tutti i nostri umanissimi limiti.
Quale è il vostro approccio compositivo?
Da un punto di vista pratico essenzialmente duplice: o si parte dalle linee vocali o dai riff. Quindi da una idea o più idee si prova poi a sviluppare la struttura della canzone integrandola organicamente degli elementi ritmici e melodici. Come anticipato non ci si pone limiti stilistici di sorta purché ogni elemento (non sia strumentale ma) sia funzionale alla canzone. Così è pure per il cantato sia in clean sia in growl/grim, alla bisogna. Ma pure poi per la lingua del testo: Le buone idee non sono poi così frequenti, e certamente sono preziose, quando vengono vengono, e discriminarne la lingua sarebbe perlomeno inopportuno e discriminatorio se non proprio insensato, perlomeno dal nostro punto di vista… In un certo senso il nostro è anche un piccolo tentativo di scrivere musica con testi (anche) in italiano in maniera credibile e un poco alternativa rispetto a quella della tradizione della canzone italiana e a quella delle nuove (spiacevolissime) mode ‘trappeggianti’ tuttora imperanti.
Ci potete parlare dei contenuti dei testi del disco?
Come anticipato sopra i testi innanzitutto sono scritti sia in inglese sia in ‘italico idioma’ (più un inserto in latino dal Levitico) e il relativo cantato impiega sia il clean sia il growl e grim vocals al fine di supportare organicamente i testi delle canzoni e le canzoni medesime. Non si tratta di un concept album, tuttavia in “神風=Vento Divino” esistono e si possono individuare dei motivi, dei temi sotterranei e costanti che ricorrono nei testi delle canzoni, quali: il male di vivere e il dolore esistenziale, l’insostenibile peso della sorte avversa e della sfortuna che gravano sull’umanità dolente e l’eroica sopportazione di quest’ultima, il ribaltamento delle prospettive e delle categorie luce/buio (quasi come in un negativo fotografico), il senso di colpa e il peccato, l’inesorabile e impietoso trascorrere del tempo e della vita nella morte. Dopodiché per una puntuale disamina dei testi delle singole canzoni rimandiamo alle chiose alle medesime riportate nel libretto del CD, che riportiamo a seguire:
-La Ginestra diviene emblema dell’eroica contrapposizione e resistenza dell’umanità dolente alle fiere e impietose bordate della Natura ostile e della sorte avversa (in una personale rivisitazione della canzone leopardiana).
-Nel ribaltamento della contrapposizione luce/tenebre trova luogo la figura del cieco alla luce (‘LightBlind’), che nella sola tenebra riesce finalmente a trovare conforto, sollievo e consolazione. Come una cieca luce.
-‘神風=Vento Divino’ perché, in qualche modo, siamo tutti Kamikaze alla vita. Si nasce e si vive e si muore nella sofferenza, vedendo cadere intorno a noi tutti coloro che amiamo, sempreché gli si sopravviva.
-‘(The FearyTale of) RoXXXanne’: Una paurosa storia di lussuria, perdizione e corruzione, sino alla perdita di ogni personale dignità, e di se stessi (si tratta in parte di una personale rivisitazione della traccia dei Police attraverso il relativo rifacimento di José Feliciano per Baz Luhrmann).
-La Tinta Caligine è la tenebrosa bruma infernale che avvolge i dannati, pietosamente contemplati nella loro tragica sorte (in una personale rivisitazione, anche linguistica, dell”Inferno’ dantesco).
-L’Oscura Notte dell’Anima è l’estasi mistica espressa da San Juan de la Cruz per il tramite della similitudine dell’amante che si perde nell’amato, sino a trasformarsi l’uno nell’altro. Qui invece, ne ‘La Luminosa Notte dell’Anima’, tutto è capovolto e rovesciato: l’estasi mistica è proiettata verso il Maligno e il motore immobile è il vuoto odio.
-‘Come Inside’ è il viaggio nell’interiorità corrotta di un’anima persa e travolta dai suoi stessi orribili vortici di follia: la caduta dalla grazia nei più oscuri abissi di tenebra.
-‘Advent Comes’: la Pasqua di Satana, la cui epifania blasfema si manifesta nell’eucarestia invertita costituita dalla feroce pioggia di carne e sangue che cadono da un cielo fattosi cremisi.
Ci sarà un tour con delle date live a supporto?
Purtroppo, anche in quanto cinquantenni e ultracinquantenni testoni e testardi, non ci siamo – ancora almeno – riusciti a uniformare all’attuale modello diffuso di ‘dovere pagare’ (un’agenzia o simili) per poter suonare in giro, il che vale per una grande parte dei locali e degli eventi. Non è da escludersi prima o poi dovremo adeguarci e farlo anche noi; questo tuttavia non impedisce di riconoscere alcuni limiti – più o meno evidenti – di un simile sistema… Se non altro perlomeno il fatto che più del talento forse troppo spesso per ottenere una qualche visibilità sembrano prevalere gli investimenti economici (di chi se li può permettere, va da sé…). Questo pare un peccato effettivamente. A fronte di queste premesse la band si è spesso limitata a esibizioni in locali forse meno prestigiosi ma ancora legati a una mentalità forse più genuina e integra (sul modello del CBGB, per intenderci). Tuttavia i concerti dei FearyTales non possono lasciare indifferenti: non ci risparmiamo. Mai. Ah! Ci fosse mai qualche locale o band in ascolto che avesse bisogno di una band scarsa per condividere il palco noi FearyTales ci siamo! 🙂
Da un punto di vista tecnico siete una band di talento. Ritenete di aver raccolto meno rispetto a quello che meritate?
Grazie molte per il tuo generoso riconoscimento. In realtà, senza false modestie, mi verrebbe da dire di si… Credo che la nostra musica meriterebbe un poco più di visibilità e considerazione. Ci rendiamo conto di essere una goccia nell’oceano, ma pure riteniamo che la nostra musica sia autentica e coraggiosa. Il fatto poi di contaminare diverse influenze, secondo noi solo apparentemente inconciliabili, dall’heavy classico, alla musica estrema (death e black), passando per il doom, il gothic, il prog, il thrash, non credo ci aiuti molto in un mercato musicale decisamente settoriale, rigido e stereotipato. Considera che “神風=Vento Divino” è stato registrato nell’estate 2023. Dopodiché la ricerca di una Etichetta interessata alla pubblicazione è stata annosa e difficile. Infatti eravamo troppo estremi per le Etichette che trattavano metal classico e troppo melodici per quelle che trattavano metal estremo, oppure non erano interessate per le troppe commistioni stilistiche della nostra musica o per il fatto che proponessimo testi anche in lingua italiana (il che pare perlomeno in parte un anacronismo in tempi consolidati di band quali Borknagar, Vintersorg, Burzum, Seth, Enslaved ma pure di Rammstein e Måneskin!… vabbé, per dire…). Oppure semplicemente gli interlocutori delle Label contattate non erano interessati o neppure ascoltavano l’album. Anche per questo ci tenevo a ringraziare sentitamente Maurizio Chiarello della leggendaria Underground Symphony Records per aver ascoltato e capito la nostra proposta lirica e musicale, e dunque per aver creduto in essa. Non si può negare Maurizio sia una persona speciale.
Qui il link allo Store della Underground Symphony per chi volesse acquistare il digipack di “神風=Vento Divino”: https://usstore.it/home/1763-fearytales-vento-divino-cd-digipack-8032790491920.html
Qui il linktree alle varie piattaforme digitali di Streaming etc.: https://songwhip.com/fearytales/vento-divino
A seguire i link a Sito e Social dei FearyTales:
The FearySite: https://www.fearytales-band.com/
The FearyFacebook: https://www.facebook.com/FearyTalesMetal/
The FearyInstagram: https://www.instagram.com/fearytalestheband
The FearyTwitter: https://twitter.com/Feary_Tales
The FearYouTube: https://youtube.com/@fearytales1453
Infine un caro saluto ai lettori di Giornale Metal e grazie Maurizio per lo spazio concesso a noi FearyTales, ‘piccoli fiammiferai dell’heavy metal’.
Marco e FearyTales