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Cristiano Coppa, “La lotta inizia nel cuore dell’essere umano, nella sua psiche, nel suo spirito”

Cristiano Coppa, “La lotta inizia nel cuore dell’essere umano, nella sua psiche, nel suo spirito”

"Il Metal, con tutti i suoi sottogeneri, è un tipo di musica talmente ampio che valorizza al massimo grado la mia creatività, perché mi consente di esprimere tutta la gamma delle emozioni umane"

Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo album in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?

“Prayer In The Battlefield” è il mio EP di esordio e può rientrare, a livello tematico, nell’ambito del “Christian Metal” o “White Metal”. Musicalmente si tratta di heavy metal che attinge, in particolare, dall’epic, dal power e dall’hard rock, con l’aggiunta di orchestrazioni, parti acustiche e influenze tipiche della musica medioevale.

Come si è districata la tua formazione da musicista?

In realtà non avrei mai iniziato a suonare se il mio compagno di banco delle superiori, Marco Monacelli (Death Riders, Hellcome, Kalah) non mi avesse spinto ad imbracciare il basso e a suonare con lui nella band che abbiamo formato, i Death Riders, con i quali ho inciso l’album “Through Centuries Of Dust” per la Lost Sound Records nel 2011. Contemporaneamente al basso ho iniziato a suonare la chitarra classica e acustica da autodidatta, cercando di imparare il più possibile da chi era musicista nella mia cerchia di conoscenze. Mi sono successivamente concentrato sul canto e nel 2016, per un’ispirazione nata durante la GMG di Cracovia, ha avviato con alcuni amici il progetto del gruppo Christian Rock “The Branches” di Jesi. Alla fine del 2019 ho iniziato a scrivere dei brani per un progetto Christian Metal il cui frutto è “Prayer In The Battlefield”, il mio EP di debutto uscito 19 Aprile 2022 in molte piattaforme digitali.

Come hai scelto il titolo del disco?

Il titolo è, insieme, una metafora della mia vita (Una preghiera in un campo di battaglia) e una lettura della storia dell’uomo, sempre chiamato a combattere e a scegliere tra Dio e le forze del male. La lotta inizia nel cuore dell’essere umano, nella sua psiche, nel suo spirito, e si riversa in tutti gli ambiti della società. La preghiera, se praticata con fede, è un dialogo intimo con Dio, un nutrimento, una medicina e un’arma di difesa spirituale molto potente; purtroppo molti ignorano o misconoscono la reale forza della preghiera.

A cosa ti ispiri quando componi?

La prima fonte di ispirazione è sicuramente il mio vissuto; la musica mi ha sempre permesso di esprimere quella parte del mio mondo interiore che altrimenti non avrebbe avuto voce. Ho trovato una fonte di ispirazione costante nella figura di Gesù di Nazareth, nella Bibbia, nell’esperienza spirituale in diverse realtà della Chiesa Cattolica e nella scuola, a contatto con i miei alunni. Sicuramente la filosofia, la teologia, la letteratura di autori come Edgar Alla Poe, Lovecraft, i poeti simbolisti (Baudelaire e Rinbaud su tutti), gli scrittori russi (principalmente Dostoevskij), la letteratura fantasy (Tolkien, Howard, Lewis), la mitologia norrena e diversi anime shōnen e seinen (non posso non menzionare Hokuto No Ken, Saint Seiya, Berserk) sono stati una per me una grande influenza.

Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un tuo potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?

Un marchio di fabbrica dei miei brani è la volontà di trasmettere un contenuto serio; non è una musica spensierata ma carica. Le canzoni vogliono suscitare nell’ascoltatore, sin dalle prime note, la percezione di trovarsi in un viaggio che non sarà una passeggiata ma l’immersione in una realtà profonda; quindi non un semplice intrattenimento. Nella fase di composizione cerco sempre di trovare il miglior connubio possibile tra energia e melodia, tra rabbia e dolcezza, tra dolore e amore; per esprimere queste ambivalenze alterno dei tempi sostenuti e dei riff di chitarra irruenti a passaggi più dolci e melodici, parti cantate graffiate ad altre più delicate.

Come nasce un tuo pezzo?

I miei pezzi nascono solitamente da un riff di chitarra sul quale tento subito di abbozzare una linea vocale. Una volta composta la musica passo a scrivere il testo; non so mai di cosa parlerò quando mi metto a comporre, mi lascio ispirare dalla musica.

Qual è il brano di questo nuovo disco al quale ti senti particolarmente legato sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Mi sento legato a tutti le canzoni dell’ep ma se dovessi scegliere quella più rappresentativa sceglierei la title track: “Prayer In The Battlefield”. È un brano che, oltre a racchiudere in sé il senso di tutto il lavoro, è reso speciale dalla suggestiva performance di Nadia Girolamini nell’intro. Sia dal punto di vista tecnico che emotivo mi sento particolarmente legato a questo pezzo perché è influenzato dall’heavy metal epico con cui sono cresciuto e per il fatto che racchiude una consapevolezza maturata nel corso della mia esistenza; recita il ritornello: Siamo fianco a fianco, la nostra difesa è spezzata ma restiamo di guardia fino alla fine. Nella notte più oscura innalziamo la nostra preghiera che prosegue, ancora e ancora, nel campo di battaglia. Sono parole con le quali racconto la condizione degli esseri umani, fragili e sconfitti da forze esteriori e interiori che li sovrastano. Ma anche vincitori grazie alla fede in Colui che permette loro di continuare a combattere e di superare la stessa mortalità.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo sound?

Sono molti gli artisti che mi hanno influenzato; mi limito a cinque nomi, quelli che hanno segnato in modo indelebile il mio percorso musicale: Ronnie James Dio, Savatage, W.A.S.P., Manowar e Virgin Steele. Occorre precisare che il sound di “Prayer In The Battlefield” deve molto anche allo stile e alle influenze metal più moderne e pesanti di Sauro Mori, un caro amico che ha suonato le parti di tutti gli strumenti presenti dell’ep (ad eccezione delle parti vocali e di alcuni passaggi di chitarra acustica eseguiti da me).

Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa?

Attualmente sto cercando dei componenti che consentano di formare una band e di portate “Prayer In The Battlefield” dal vivo. Sto continuando a collaborare con gli studenti dell’accademia grafica “ACCA Academy” che hanno realizzato la copertina dell’ep; mi hanno proposto di scrivere un brano per un loro fumetto fantasy sul tema dei pirati; trovo sia una proposta molto accattivante!

Come pensi di promuovere il tuo ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

Sto lavorando intensamente alla promozione online, molti siti musicali hanno pubblicato il comunicato stampa dell’uscita di “Prayer In The Battlefield” e ho già ricevuto numerosi apprezzamenti da ascoltatori di diverse nazioni appassionati di White o Christian Metal. Nelle varie piattaforme l’interesse nei confronti di questo lavoro mi sembra buono, gli ascolti stanno crescendo e i brani stanno entrando in molte playlist. Credo siano già delle belle soddisfazioni, considerando anche il fatto che non ho una label alle spalle. Attualmente, come dicevo, non è possibile (purtroppo) promuovere l’album con delle date dal vivo; spero di riuscire a formare presto una band!

Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?

Il panorama musicale italiano mainstream non mi interessa, lo conosco poco e quel poco non mi piace. Credo vi siano molti musicisti validi nella scena underground del nostro paese; stanno aumentando le community di artisti indipendenti che finalmente, grazie alle piattaforme online oggi disponibili, riescono a far conoscere la loro musica senza ricorrere ad altri e costosi intermediari.

Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come musicista?

Internet mi ha dato molto più di una mano; mi ha permesso di pubblicare in autonomia il mio lavoro e di promuoverlo. La rete oggi è fondamentale, per me come per ogni altro artista indipendente che si autoproduce.

Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?

Il Metal, con tutti i suoi sottogeneri, è un tipo di musica talmente ampio che valorizza al massimo grado la mia creatività, perché mi consente di esprimere tutta la gamma delle emozioni umane senza rinchiuderle negli schemi imposti dal mercato musicale mainstream.

C’è un musicista con il quale vorresti collaborare un giorno?

Il mio sogno è quello ci collaborare con Jon Oliva (Savatage); tra l’altro spero si possa riprendere presto dal brutto periodo che sta attraversando…

Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Qualunque battaglia stiate combattendo non perdete la speranza; se siete ancora in campo significa che la vostra missione non è compiuta. Pertanto continuate a lottare e a pregare, magari ascoltando “Prayer In The Battlefield”!

Maurizio Mazzarella

Tags: Mazzarella Press Office
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