Gli ArtemisiA sono una band che presenta dei connotati prettamente non schematici i quali la rendono una realtà molto atipica o se vogliamo non mainstream come i nostri vogliono far intendere nella loro bio.
Nati in Friuli e precisamente a Gorizia nel 2006 dall’incontro di due personalità come il chitarrista Vito Flebus e la cantante Anna Ballarin, i nostri Dopo 14 anni e quattro dischi, rilasciano un primo singolo “Ombre della mente” che va ad anticipare l’imminente uscita a gennaio 2021 di “Derealizzazione Sintomatica” per Onde Roar Records, etichetta di Alessio Ligorio.
“Derealizzazione….” è costellato di brani dal sapore oscuro, mistico che abbracciano sonorità Seventies ma con richiami ad un certo Doom europeo degli anni ’90. Da “Ladro d’Anime” costruita su riff zeppeliniani passando per l’Hard Rock sognante di “Identità” (vedi assolo!) fino al misticismo primordiale della ballad “Fata Verde” che vede la partecipazione di Omar Pedrini dei Timoria. Sicuramente tra i migliori pezzi del disco si ritrova l’epicità dello strumentale “Nelle terre di Ulisse” nel quale si può ascoltare tutta la magia della musica della band friulana che ci regala un Hard Rock massiccio delineato da refrain potenti e un assolo di tastiera che strizza l’occhio a certe compagini del Rock anni ’70 (Deep Purple ?). Se la parte musicale non delude, anche quella vocale merita un plauso soprattutto per la passione e il talento di Anna Ballarin che rende veramente originali le parti cantate. I nostri riversano la passione per la letteratura e la poesia nelle lyric dei pezzi tanto che in alcuni come in “Fata Verde”, vengono chiamati in ballo Verlaine e Rimbaud, chiaro riferimento all’Assenzio e alla tumultuosa storia d’amore fra i due poeti che terminò tragicamente con la galera per Verlaine. La vita della poetessa Alda Merini trascorsa nel manicomio di Villa Turro viene narrata in “Ombre nella mente”, Ulisse e i Fratelli Grimm servono da linea narrativa rispettivamente per “Nelle terre di Ulisse” e “Favola”.
“Derealizzazione Sintomatica” ci presenta dunque un band che ha saputo coniugare due passioni, quella dell’Hard Rock e della letteratura. La dimostrazione di come in Italia si possa fare Rock senza scimmiottare i nomi più blasonati con testi scadenti, ma rimanendo con i piedi per terra e attingendo da un patrimonio storico e culturale vastissimo. Una bellissima realtà della scena musicale italica che meriterebbe di essere scoperta e supportata.
Voto: 9/10
Sonia Giomarelli