Il debut album degli Ad Infinitum, uscito nella primavera di quest’anno, ci viene riproposto in salsa acustica in pieno stile Blackmoore’s night.
Sono andato a riascoltarmi le versioni “elettriche” dei brani proposti in questo album acustico, per rinfrescarmi le idee e capire meglio le eventuali modifiche fatte dalla band. Per capire, se non li avete mai sentiti, che il quartetto elvetico si porpone come band a cavallo tra il power cantato in femminile, non lo chiamerò mai e poi mai symphonic, con l’aggiunta di growl sempre da parte della cantante Melissa Bonny e quella ondata di metal leggero con venature quasi pop che ultimamente alcune label ricercano.
Ma torniamo a “Chapter I revisited”; di fatto gli svizzeri catturano la mia
attenzione con una versione del disco d’esordio completamente in acustico; ma l’attenzione non sempre è in senso positivo, perché di per sé sono dell’idea che a così poco tempo far uscire lo stesso identico lavoro “solo” in versione acustica, non è un ottimo lavoro a livello di marketing. Si fa di fatto perdere attenzione a quelle che sono le risposte”tardive” del proprio lavoro elettrico.
Va sottolineato che riarrangiare i brani in modo acustico e dargli comunque credibilità e attitudine non è cosa immediata e da tutti. Di certo la band ha preso sul serio le lezioni di muscia medioevaleggianti di Blackmoore e dal folk mitteleuropeo.
Se da un lato la riedizione a pochi mesi di distanza dall’esordio permette a far capire meglio le capacità compositive ed esecutive del quartetto elvetico e permette anche all’ascoltatore di percepire sia la struttura dei brani ed anche le abilità, ribadisco, nel suonare e riarrangiare senza l’aiuto di synth a riempire ed a dare maggior enfasi e corposità ai brani; dall’altro la scelta tempistica dell’uscita di questo acustico da un pessimo segnale. Spero che la band possa avere a breve un lavoro nuovo con nuove idee e non una terza edizione del primo labum.
Vi dieri che l’opener “Infected monarchy”, “I am the storm”, “Live before you die” e “Revenge” possono essere le tracce più interessanti di questo lavoro. Vale la pena poi fare di conto con la versione originale.
Concludendo lavoro sopra la sufficienza, ma poco utile fatto uscire ora. Di certo i miei conterranei hanno la stoffa ma avrebbero potuto gestirla in altro modo a mio avviso.
Voto: 7/10
Alessandro Schümperlin