Quinto album per gli italici Temperance. Che forti ormai del consolidamento del loro contratto discografico con la Napalm Records, rinvigoriscono il loro sound, caratterizzato da solida sostanza compositiva e da un equilibrio molto buono tra potenza sonora “metallica” e grande melodia. L’album riesce a mostrare tutti i pregi della loro particolare miscela di Modern/Melodic/Symphonic Metal (questa è almeno la definizione a loro affibbiata sulla pagina biografica del sito internet della Napalm Records), valorizzato da un’ottima produzione e da un songwriting davvero superbo, proprio del tastierista/cantante Michele Guaitoli. Le composizioni nascono da strutture relativamente semplici, ma sono ben impreziosite dagli arrangiamenti di tastiera così come da una sezione ritmica davvero potente e da refrain corali ben calibrati e particolarmente “catchy”. Il tipico sound dei Temperance è, almeno stilisticamente, tutto qui. Certo, di per contro, le songs funzionano tutte benissimo, in virtù del songwriting, come dicevo prima, pressoché ottimo, e della particolare scelta dei “duetti”, presenti in ogni song, tra la voce maschile di Michele con la voce femminile di Alessia Scolletti (una SIGNORA cantante). La definizione di Modern/Melodic/Symphonic Metal calza a pennello con la musica dei nostri, seppur in taluni episodi (come nelle ottime “Cult Of Mystery” e “Nanook”) si riscontra una certa influenza del Power e del Prog Metal. Concettualmente, poi, si rimane abbastanza conquistati dall’atmosfera di positività che pervade tutto l’album, e che tocca il suo picco nel gospel finale “Catch The Dream”, davvero da brividi. Certo, mettetevi in testa che la musica dei Temperance, rivestita com’è di orchestrazioni sintetizzate e refrain melodici molto corali, è particolarmente orecchiabile. Quindi, se cercate qualcosa di veramente pesante, dovreste cercare altrove. Per quel che mi riguarda, un album del genere, con arrangiamenti moderni e refrain “classy”, potrebbe quasi far nascere il sottogenere Class/Modern Metal. Vabbeh, non sono un grande fan delle etichette, ma ci siamo capiti. Grande album, in ogni caso.
Voto: 8,5/10
Alessio Secondini Morelli