Il 26 novembre scorso è uscito “Volume I – Reborn”, il nuovo EP dei Repentance, band statunitense fondata nel 2018 dall’ex chitarrista dei Soil e dei Dirge Within Shaun Glass. Il loro esordio “God for a day” è del 2020 e ha permesso loro di poter calcare il palco con band del calibro di: Trivium (che troveremo Corey Beaulieu qui come guest in un brano), Devildriver, Jinjer e Toxic Holocaust giustop er darvi qualche nome.
I Repentance hanno un approccio al metalcore piuttosto interessante: shredding sparso a manate piene, doppia cassa a spron battuto e doppia voce mezzo scream e growls profondo sono i due protagonisti principali; basso non pervenuto purtroppo.
Diciamo che il loro non è propriamente metalcore ma quasi death, ma certe risoluzioni tecniche da banco li porta più verso i lidi del metalcore.
La combinazione tra l’approccio death classico anni ’90 e quello metalcore rende parecchio interessante la proposta e seppure solo con 5 tracce la produzione è molto alta. FORSE avrei preferito delle situazioni differenti per il “Featuring” dato che il solo proposto da Corey è “striminzito”, ma potrebbe essere non una scelta sua ma della band. Anyway… non male comunque.
In alcuni punti, se vogliamo trovare una pecca, avrei preferito un suono meno “artificiale” della doppia cassa e dei tamburi in generale, dato che risultano parecchio “corti” di code e con una durata corta del suono. Capisco che fa parte del “marchio di genere” ma ci sono band che fanno la stessa cosa con un pelo più di durata del suono dei tamburi.
Per quello che compete le chitarre ottima scelta su tutta la linea; come per la voce. Resta il problema del basso che non è facilmente percepibile durante l’ascolto. Croce e delizia del metal estremo in generale e non solo con loro.
Dei cinque brani ho apprzzato “All the misery” che apre, “No innocence” e “Down in the water”. “Reborn” non è male ma poteva dar di più con il featuring, ripeto, che mi pare un pochino troppo “messo in un angolo”. Per “This is hell” iamo come per la canzone precedente, ci sono buoni presupposti, ma c’è qualcosa che me la fascordare dopo poco.
Alla fine cinque tracce interessanti e con produzione altissima. E’ certamente un buon lavoro e vale la pena ascoltarlo. Speriamo che a breve arrivino con nuove produzioni.
Come sempre il voto è “basso” solo perché hanno presentato poco materiale, non perché non sia di alta qualità
Voto: 6,5/10
Alessandro Schümperlin