Mitici Mortuary Drape! Finalmente raccolgono i frutti di ben 37 anni di esistenza e di militanza nella scena internazionale del più occulto Black Metal, ottenendo un contratto discogafico nientepopodimenoché con la Peaceville Records (anche autrice delle ristampe di “Tolling 13 Knell” e “Buried In Time” negli anni passati) e realizzando l’attesissimo sesto full-length album “Black Mirror”. Conoscendoli dall’epoca dei primi due ormai leggendari demotapes “Necromancy” (1987) e “Doom Return” (1989), non posso dire altro che: tanto di cappello. Intendiamoci: nonostante il leader Wildness Perversion sia rimasto l’unico della line-up originale, la musica del combo piemontese è rimasta sempre fedele alla propria identità con la loro consueta, interessante e coinvolgente miscela di Occult Black Metal, da una parte compositivamente elaborato e dall’incedere drammatico e fortemente narrativo, dall’altra incline alle velocità più ferali e forsennate. Il punto di equilibrio perfetto è segnato anche stavolta dalle liriche pregne di occultismo, spiritismo, stregoneria e negromanzia, ciò che per i MD rappresenta una vera e propria fede e uno stile di vita (proprio come scritto sulle copertine dei primi demo). Ebbene, nonostante l’attualizzazione della produzione in atto proprio su “Black Mirror” (grazie anche all’operato di Federico Pennazzato e dei suoi TMH Studios), i nostri centrano il bersaglio ancora una volta con una tenebrosa e coinvolgente opera di Metallo Occulto, influenzato a sprazzi dal Doom e dall’Heavy Classico in stile Mercyful Fate ma ben “carburato” dai consueti afflati veloci ed aggressivi ispirati a Hellhammer e Bathory dei bei tempi andati. La musica risulta complessa, accattivante e ad un certo livello addirittura “orecchiabile”, ma di sicuro grande impatto emotivo, soprattutto grazie a certi passaggi di narrazione e di atmosfera altamente “drammatici” ai quali ormai i nostri ci hanno abituato da parecchi anni. Qua e là si raccolgono addirittura echi Darkwave nelle chitarre clean, altro elemento di interesse. Concettualmente possiamo constatare quanto “Black Mirror” possa essere considerato una sorta di concept che illustra elementi inerenti la reincarnazione passata e futura, il mondo dell’aldilà, lo spiritismo studiato ancor più a fondo del passato se possibile. E ancora una volta la cosa è parecchio sentita da parte di Wildness e compagni. I quali hanno raggiunto un equilibrio musical-concettuale superbo, ormai pienamente espresso su ogni loro nuova opera. I Mortuary Drape continuano ad esistere nonostante il periodo gramo per i gruppi Metal, e il fatto che continuino a proporre album superbi, coinvolgenti ma anche profondamente onesti quali “Black Mirror”, li assurge ad uno status di band storica ma non adagiata sui classici allori, che pochissimi altri possono sperare di uguagliare (forse solo gli Opera IX qui in Italia). Accendiamo quindi le nostre 13 candele nere e agognamo l’arrivo della data del 3 novembre 2023, data di uscita ufficiale del sesto album del Drappo Mortuario. Gli spiriti dell’aldilà saranno con noi durante l’intero ascolto di “Black Mirror”. Io mi preparo già spiritualmente…
Voto: 8,5/10
Alessio Secondini Morelli