I Kalmo, anche se a conti fatti è una one man band, escono lo scorso 13 aprile con “Gehinnom” con la sliptrick records e debbo dire che trovo oltremodo disturbante questo lavoro. Una calata nel maelstorm di Mika che è il deus ex machina di questo lavoro.
Mika fa un lavoro che si dipana in sei capitoli di questa che ha come predominanza un doom classico, rallentato e decadente con delle sfaccettature tipicamente del black metal. Che ha una strana espressione con il brano d’apertura; ma poi è una continua ricerca del tempo rallentato ed ossessivo. Quindi sei capitoli di una storia particolarmente oscura.
Le scelte da mixer pur risultando piuttosto buone anche se hanno una pecca non da poco: le chitarre sono troppo alte rispetto al resto delle strumentazioni e il cantato non è chiaramente percepibile.
Vero è che essendo cantato principalmente in finnico il risultato sarebbe comunque poco capibile per chi non parla il finlandese.
Per il resto diciamo che il basso viene percepito dignitosamente, seppur parecchio in saturazione; la batteria è leggermente secca, ma comunque funzionale per le composizioni; come già indicato sopra la chitarra risulta troppo invasiva e predominante a discapito sia delle percussioni che della voce.
“Mitään ei jää”, “Tuli”, la opener e differente dalle altre tracce “Tuho” sono brani che possono darvi il senso delle mie parole; come sempre vi invito a dare un ascolto a questo lavoro e a decidere le vostre tracce preferite.
A conclusione di questa mia recensione debbo dire che è un lavoro dignitoso, ma con delle finezze aggiuntive in fase di mix e master si sarebbe potuto ottenere un lavoro migliore e di conseguenza un voto superiore.
Resta inteso che questo album è certamente interessante per gli appassionati di doom “estremo” e di quello che ad inizi 2000 veniva definito “depressive black metal”; per gli altri probabilmente non ne sentiranno la mancanza.
Voto: 5.5/10
Alessandro Schümperlin
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