Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
Luca: Con piacere! In effetti si tratta di un EP di 5 brani che vuole essere una sorta di presentazione del nostro nuovo singer Davide e del sound che si è venuto a creare con questa line up. Siamo molto soddisfatti dell’alchimia che si è creata e riteniamo che la nostra proposta musicale abbia raggiunto una discreta maturità. Non ci sbilanciamo troppo perché siamo sempre alla ricerca del “sound perfetto”! Abbiamo trovato subito un accordo con Maurizio Chiarello, boss della Underground Symphony col quale siamo in contatto da anni, che ha dato alle stampe un bellissimo formato in digipack.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
Luca: Le radici della band affondano nella Torino di fine anni Novanta; Salvo stava cercando un bassista, io ero libero ed il cantante di allora, amico comune, ci fece conoscere. Ci trovammo subito in sintonia, tant’è che suoniamo ancora assieme dopo tutti questi anni e dopo innumerevoli cambi di line up. Il sound proposto in origine era un power prog melodico, sound che si è evoluto, con la nostra maturazione; il nostro attuale hard rock, in ogni caso, continua a mantenere alcuni elementi delle origini: forte ricerca della melodia e sfumature progressive.
Come è nato invece il nome della band?
Salvo: Il nome della originariamente era Anthem. Molti “lustri” fa, quando il mitico Maurizio Chiarello si interessò alla band, durante una lunga telefonata ci fece presente che vi fosse già una band con quel nome. In quei giorni spopolava Return to Heaven Denied dei Labyrinth e mentre ero al telefono lessi la prima riga di Moonlight: Faced the ivory gates of dreamland…. Maurizio disse qualcosa tipo Ivory è ok, può idealmente rappresentare la vostra musica!!!!
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
Luca: Per questo EP ci sono, in effetti, tematiche di riferimento; lo stesso titolo “A Social Desease”, giocando un po’ sulle assonanze, vuole rimandare al contenuto dei testi, che esplorano sentimenti quali l’amore, la passione, la frustrazione, nonché i conflitti e l’alienazione che permeano la società moderna, comunque con un afflato positivo verso le possibilità umane di riscatto.
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
Luca: L’appeal melodico che da sempre è elemento basilare della nostra musica, hard rock elegante con qualche sfumatura prog, arrangiamenti curati, testi ricercati e, per chi considera importante il supporto fisico, elegante cd digipack!
Come nasce un vostro pezzo?
Salvo: per me parte sempre tutto da un riff. Preparo la struttura armonica del pezzo, ne faccio una demo con Logic Pro X e la mando al resto della band. Luca ha un approccio più cantautorale invece, Claudio parte dal testo… Abbiamo attitudini complementari, ma ognuno contribuisce liberamente. Anche Davide, il nostro nuovo singer arrivato quando i pezzi erano ormai strumentalmente finiti, si è occupato autonomamente degli arrangiamenti vocali di quattro pezzi su cinque sotto la supervisione di Mattia Stancioiu agli Elnor Studio.
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
Salvo: la solita menata per la quale non si può scegliere un figlio preferito te la risparmio, visto che tutti quelli che asseriscono questa cosa l’album dopo parlano di maturazione, miglior produzione, miglior questo e quello… è ipocrisia. Per me The Hard Trail rappresenta bene i contenuti della nostra proposta musicale, ne abbiamo anche fatto un lyrics video disponibile su Youtube.
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
Salvo: per me i Van Halen e a ruota un certo tipo di rock e prog. Extreme, Mr Big, Toto, Dream Theater e Fates Warning…
Luca: Per me imprescindibili gli Iron Maiden e, per i nostri album del passato, gli Helloween.
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
Luca: Sicuramente diventare milionari è il nostro obiettivo!! Ah!ah! Just kidding! Intanto stiamo cercando di ottenere la maggiore visibilità con recensioni ed interviste sulla maggior parte dei siti specializzati e sulle riviste di settore, Maurizio, intanto, ha dato in distribuzione l’EP in Giappone tramite la Beyond Battle Rec., poi cercheremo di fare qualche live mirato ma non si può parlare di un vero tour, per il resto, vista l’ottima alchimia creatasi con questa line up, stiamo già lavorando ad un prossimo full lenght, quindi scrivere, suonare, ricercare il nostro “sound perfetto”, insomma: vivere la nostra passione, come direbbe il nostro batterista Claudio!
E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?
Luca: Non credo, il DVD oramai non ha mercato nemmeno per i grossi nomi, posso però dire che siamo fortemente intenzionati a stampare il prossimo full lenght anche in vinile!
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
Salvo: a mio giudizio è tra le migliori, sia per qualità tecnica dei musicisti sia per livello compositivo. Non trovo gap con altre realtà, anzi!!
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
Davide: per una band underground come la nostra che fa musica per passione e mira a far conoscere il proprio lavoro a più persone possibili, internet è un mezzo di importante aiuto.
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
Salvo: per me è il genere di più ampio respiro per lasciar spazio a quel che mi piace sentire in musica. Melodia, riff rock, assoli, arpeggi eterei o momenti di libera improvvisazione. Almeno l’80 % delle parti lead di questo ep sono improvvisate; nel solo finale di Burning Passion ci sono momenti in cui attivo e disattivo il wah wah senza cut, tutto suonato in un’unica take.
Luca: per me conta il risultato finale: se il pezzo “tira” sono soddisfatto. Questa è la mia visione bassistica, mettersi al servizio del brano cercando la giusta linea, fossero anche quattro note laddove quelle fossero il meglio per il pezzo. In ogni caso, è chiaro che posso esprimermi meglio nel nostro attuale sound piuttosto che nel power delle origini.
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
Salvo: ce ne sarebbero tantissimi!! Penso che la nostra line up attuale abbia raggiunto un felice equilibrio, per non far torti a nessuno più che con un musicista in particolare a me piacerebbe avere un produttore capace di darci il sound del quale siamo all’eterna ricerca e al quale ci siamo avvicinati molto con questo EP. I dischi degli anni 90 suonavano davvero bene se confrontati a quelli troppo omologati odierni. Pensa ai suoni di dischi come F.u.c.k. dei Van Halen, Lean into it dei Mr Big, Three sides degli Extreme, il Black album dei Metallica, Awake dei Dream Theater… ognuno aveva la sua personalità… lo stesso accadeva tra le grandi band dei seventies, Deep Purple, Zeppelin, Sabbath…
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Davide: Horns up a tutti i lettori di Giornale Metal! Speriamo di vederci presto live per bere una buona birra assieme!
di Maurizio Mazzarella