Il gruppo italiano, nato nel 2007, è da sempre annoverato fra le migliori band della scena hardcore. I piemontesi continuano ad appartenere a questa categoria, ma “The Abyss in silence” presenta una naturale evoluzione nel suono dei If I Die Today.
Intanto c’è lo sforzo di confezionare, anche a livello di testi, un concept album sul tema del lutto, del dolore, delle sue fasi e delle sue sfaccettature. Una visione prevalentemente pessimistica della condizione umana, ma anche uno spiraglio positivo, di reazione a questi grandi dispiaceri che la vita ci presenta.
Gli If I Die Today lo fanno con grande potenza e impatto, con un post hardcore che aggiunge influenze sludge e metalcore e crea una miscela esplosiva che brucia i 23 minuti di durata di “The Abyss in silence” con brani molto diretti e che sigla l’inizio della collaborazione con Argonauta Records.
Un gruppo che esprime dal vivo tutta la sua potenzialità, come testimoniano le molte e celebrate partecipazioni a tour di band importanti nella scena mondiale come Everytime I Die, While She Sleeps, Frank Carter & The Rattlesnakes, Dillinger Escape Plan, Dead Kennedy’s or No Use For A Name.
Le chitarre sono accordate alte, a quanto si capisce, il suono è quindi molto carico e anche il basso e la batteria non lasciano scampo, come appare subito chiaro con l’iniziale “Life”, molto aggressiva, e la successiva “Death” dove i ritmi cambiano, si alternano e prende forma un coro molto insistito e minaccioso. Il concept continua con l’analisi del primo giorno “First Day (Denial)” dove il suono saturo al limite del claustrofobico descrive bene il sentimento di dolore e del rifiuto di quanto accaduto. “White noise (Anger)” è ancora più veloce, zero melodia e una rabbia urlata dal cantante Marco.
Il basso si esalta in “Ashes (Negotiation)” che asseconda un riff stoppato della chitarra che fa molto metalcore, mentre l’arpeggio triste di “Autumn (Sadness)” prelude a un nuovo assalto sonoro, che si confonde in un finale ancora arpeggiato, così come “Void (Acceptance)” il cui riff centrale è certamente uno dei passaggi che mi sono piaciuti di più di questo ottimo disco.
IL tutto si conclude con “Darkness” che ha una struttura musicale meno violenta e che conclude questo viaggio nella elaborazione del lutto, situazione che riguarda ognuno di noi e che è stata descritta molto bene in “The Abyss in silence”.
Voto: 7/10
Massimiliano Paluzzi