Ho già detto e ripeto che mi sono davvero rotto dei cover-albums. E Ellefson dei Megadeth ne pubblica uno doppio! Come se ce ne fosse bisogno… intendiamoci, lui è un grande bassista, capace di suonare con chiunque, e libero di suonare con chiunque. In questo progetto lui riunisce un copioso manipolo di amici più o meno illustri (cito solamente Gus G., Russ Parrish, Andy James, Andy Martongelli e Bumblefoot tra i chitarristi, Doro Pesch, Jason McMaster, Al Jourgensen e Mark Slaughter e Chip Z’Nuff tra i cantanti e Charlie Benante, Dave Lombardo, Troy Lucketta e il suo ex-compagno dei Megadeth Chuck Beehler tra i batteristi) al fine di jammare assieme, come una festa di musicisti appassionati, brani noti e meno noti di: Kiss (e quando mai mancano nei cover-albums), Judas Priest, Twisted Sister, Motörhead, Def Leppard (figurati, con quella copertina, se potevano mancare), Cheap Trick, Queen, Ozzy, Sweet, Fastway… Ci sono anche le sorprese, come una versione abbastanza magistrale di “Rebel Yell” di Billy Idol e una resa tutta orchestrale della celeberrima “Beth” di Peter Criss. E il tutto è, diciamo, confezionato bene. Molto bene. L’energia del Metal c’é tutta, anche nelle non-Metal songs che sono state “metallizzate” a dovere (vedi sopra per Billy Idol)… ma non aggiunge molto al mercato discografico Metal odierno. Intendiamoci, ancora una volta: Ellefson è libero di pubblicare queste jam divertenti e gustose… ma chi è già abbondantemente avvezzo alle bands originali può anche essere libero di non acquistare l’album ed attendere invece il prossimo Megadeth per vedere Ellefson in azione. Del resto, forse qualche novizio metallaro potrà trovare interessante quest’album per poi fare incetta nel riscoprire le bands coverizzate. Ma insomma, addirittura un doppio cover-album… ne varrà la spesa?
Voto: 6,5/10
Alessio Secondini Morelli