Interessante debutto dei Dominum dal titolo “Hey Living People”.
Power metal(?) così viene definito ma sinceramente non ci trovo così tanto stilemi di power. Va bene sentirsi quello che si vuole, ma non possiamo esagerare e le tastiere non fanno power a priori. Alla fine sia per immaginifico che per tematiche siamo parecchio più vicino ai Lordi e musicalmente siamo a cavallo tra Ghost, Lordi, qualcosina stile Sabaton e una sferzata di metal anni 80 e 90 con post produzioni moderne.
Felix Heldt che molti di voi lo conosceranno per le sue militanze nei Feuerschwanz e nei Visions Of Atlantis, è da annoverare anche come produttore e songwriter, in questo caso aggiunge il fatto di cantare e dare sfogo quindi alle sue intenzioni più “teatrali”, dimostrando che sa come fare e come colpire facilmente l’ascoltatore medio.
Da un lato certe composizioni abbastanza easy listening dall’altra un arrangiamento sornione e che si fa l’occhiolino al power, ma pure a certo heavy vecchio stile e persino con cori epici e parecchio folk il tutto confezionato, come accennato prima, con una post produzione di qualità molto alta.
La variazione del tema dell’immaginifico gotico, dark e horror cerca di far fare capolino alla band anche in quegli ambienti che queste tipologie di composizioni non sono particolarmente apprezzate.
Però in questo caso non basta. Bella l’idea ma un pochino forzata. Non tutti possono essere i Gwar, i Lordi o Alice Cooper facendo cose estrose e teatralmente esagerate.
Diciamo che gli undici brani, che poi possono esser tredici se avete la versione con “Bad guy” e “Beds are burning” (recuperabile dal sito di Napalm), scorrono facilmente; anche le cover inserite nell’album sono fatte in modo simpatico ma non tolgono e non aggiungono nulla però.
Strutture sonore troppo simili tra loro, che se da un lato aiutano ad essere cathcy da subito, ma dall’altra rendono i brani tutti troppo simili e se non si fa attenzione al player ed al fatto che il titolo è cambiato pare una suite lunghissima della stessa traccia.
Comunque: “You spin me round”, si quella resa famosa dai Dead or Alive negli anni 80 che ha semplicemente dei cori in più e dei suoni differenti per synth e chitarre, “Frankenstein”, “Immortals dominum”, “Danger danger” e “Patient zero” sono quelle un pochino più interessanti come brani.
Un brutto lavoro? No, ma neppure tutta sta cosa e tutto sto hype che si è visto nei mesi scorsi e neppure la promozione così spinta per poter dare visibilità alla band agli esordi(seppure con Felix come frontman). Diciamo che se volete un album di facile ascolto, non particolarmente pesante e neppure da doverci metter troppa testa per ascoltarlo, questo è un lavoro che fa per voi.
Voto: 7/10
Alessandro Schümperlin